Come ridurre le malattie cardiovascolari e metaboliche? Con le tasse…
Molti cibi salutari – come frutta fresca, verdura e cereali integrali – sono più costosi dei cibi meno salutari (bibite zuccherate, salumi e dolciumi industriali). Quindi, persone con minori disponibilità economiche possono essere costrette a scegliere cibi meno cari e quindi aumentare il rischio di malattie cardiovascolari o diabete. Sono questi i risultati di uno studio recentemente pubblicato sulla rivista BMC Medicine.
Un gruppo di ricercatori statunitensi guidato da José L. Peñalvo (Friedman School of Nutrition Science & Policy, Tufts University, Boston, MA; USA) ha voluto calcolare come delle possibili variazioni del prezzo dei cibi possano ridurre il numero di morti per malattie cardiovascolare. Per fare ciò hanno cercato nella letteratura scientifica i dati dell’incidenza di malattie cardiovascolari, come queste sono influenzate dallo stato socioeconomico, quanto il tipo di alimentazione influenzi le malattie e quanto gli interventi di tassazione dei cibi poco salutari hanno modificato le abitudini dei consumatori. Mettendo insieme, con raffinati modelli matematici, tutti i dati hanno ipotizzato due scenari: nel primo, i cibi salutari costano il 10% in meno e quelli spazzatura sono tassati il 10% in più; nel secondo, la differenza è del 30% in più e meno.
I risultati sono stati sconcertanti: la variazione minore dei prezzi porterebbe a una riduzione dei morti per malattie cardiovascolari fra il 3,6 e il 2,9% a seconda dello stato economico, la maggiore riduzioni tra il 10,9 e il 6,7%.
Con i limiti dei modelli matematici, questo lavoro mostra come, secondo gli autori, scelte politiche e economiche che influenzano il prezzo dei cibi possono modificare in maniera sostanziale le scelte dei consumatori e modificare la salute dei cittadini, soprattutto dei meno abbienti.
The potential impact of food taxes and subsidies on cardiovascular disease and diabetes burden and disparities in the United States
BMC Medicine 2017;15(1):208