Harvard: i numeri (rischiosi) della bistecca con patatine
Il rischio per la salute associato a due diversi stili alimentari, uno denominato ‘altamente prudente’ (basato cioè su un elevato consumo di verdure, frutta, legumi, carne di pesce e pollame, cereali integrali) l’altro ‘altamente occidentale’ (carni rosse, insaccati, cereali raffinati e patate fritte), è stato messo a confronto in uno studio condotto dal Dipartimento per la alimentazione e l’epidemiologia della scuola di sanità pubblica di Harvard. È una delle prime volte che gli effetti delle diverse diete vengono statisticamente correlati con le principali cause di mortalità vascolare o da altre malattie croniche come il diabete. E i fatti acquisiti finora empiricamente trovano, affermano gli autori della ricerca, una conferma precisa.
Il campione analizzato è piuttosto vasto e comprende oltre 72 mila soggetti di sesso femminile selezionati tra individui privi di patologie come l’infarto, l’angina pectoris, interventi alle coronarie, ictus, diabete mellito o tumore. Lo studio si è protratto lungo un intervallo di tempo di quasi 20 anni, dal 1984 al 2002. In questo arco di tempo sono stati registrati oltre seimila decessi, di cui circa 1.150 per morte cardiovascolare e circa 3.140 casi di tumore. L’analisi ha rivelato un rischio di morte cardiovascolare del 28% più basso (margine ridotto al 17% in meno considerando ogni tipo di decesso) in caso di alimentazione salutare, contro un rischio nettamente più elevato associato alla dieta occidentale (22% di rischio per i decessi cardiovascolari, 16% per i decessi da tumore e 21% di rischio di mortalità complessiva). La conclusione è del tutto evidente: un soggetto inizialmente sano corre più rischi seguendo una dieta troppo ricca di proteine della carne e grassi.