Glicemia e surriscaldamento del pianeta
Quali sono le cause dell’aumentata incidenza del diabete di tipo 2 e dei suoi effetti cardiovascolari? Mutamento delle abitudini alimentari? Certamente!. Sedentarietà? Anche. Solo queste? Difficile pensarlo. Probabilmente anche l’inquinamento e l’utilizzo estensivo di migliaia di composti chimici dei quali ignoriamo l’azione gioca un ruolo. E perfino… questa una tesi interessante e recente, il riscaldamento globale.
Uno studio dell’International Diabetes Federation, presentato recentemente a Ginevra, rileva diverse correlazioni dirette e indirette: diabete e riscaldamento globale si influenzano direttamente a vicenda, con effetto sinergico: l’incremento di un fattore implica direttamente un incremento sull’altro. Senza contare le relazioni ‘gemelle’: una causa esterna ha effetto sia sulla temperatura del pianeta sia sulla glicemia di chi lo abita.
1) Le ondate di calore sono molto problematiche per le persone con disfunzioni metaboliche, particolarmente vulnerabili alla disidratazione, che nei giorni più caldi subiscono un importante incremento di incidenti cardiovascolari spesso mortali.
2) L’incremento di eventi climatici estremi rende spesso impossibile il trattamento dei pazienti e l’accesso ai loro farmaci.
3) Eventi estremi e mancanza di acqua portano le persone a lasciare le campagne e vivere negli slums delle megalopoli in condizioni direttamente associate agli incrementi di obesità e diabete.
4) Eventi estremi e mancanza di acqua aumentano i prezzi di frutta e verdura portando le persone a sostituire prodotti naturali con altri processati industrialmente e meno salubri o comunque lontani dalle loro abitudini.
Nella direzione opposta l’urbanizzazione e l’adozione di stili di vita sedentari non solo aumenta obesità e diabete ma anche il fabbisogno di energia per abitante e quindi l’inquinamento prodotto. Lo stesso vale per la globalizzazione: il facile e relativamente economico accesso a nuove tipologie di prodotti processati ad elevata intensità energetica ha fatto ridurre drasticamente quello di prodotti tradizionali e di frutta e verdura freschi. La polpetta che arriva dall’Argentina sostituisce il legume coltivato nei dintorni. Calorie in più e anidride carbonica di troppo.
«Dal punto di vista del diabete, la sostituzione dei prodotti tradizionali locali e freschi con quelli processati industrialmente comporta fattori di rischio molto gravi, come un forte incremento di carboidrati semplici, di grassi saturi e di sale a scapito di fibre, carboidrati a lenta metabolizzazione, vitamine e diversi altri preziosi componenti nutrizionali la cui elevata deperibilità li rende disponibili solo nei prodotti freschi», scrive Il Sole 24 ore commentando lo studio.
Per scaricare lo studio in inglese clicca qui.