Maledette bollicine
Si stringe il cerchio intorno alle bevande ad alto tenore di zucchero. Oltre all’obesità e al diabete, il loro consumo eccessivo potrebbe essere associato anche alla depressione. Lo afferma Honglei Chen del National Institutes of Health americano il quale presenterà in marzo al congresso della American Academy of Neurology i risultati di uno studio sugli effetti neurologici di ciò che beviamo.
Lo studio ha valutato il consumo di bevande dolci e caffè riportato nel 1995-1996 da 264 mila adulti americani che al tempo avevano da 50 a 71 anni. Dieci anni dopo 11.300 di questi avevano una diagnosi di depressione.
Chi consumava 4 o più bicchieri di bevande zuccherate e gassate al giorno aveva oltre il 30% di probabilità di sviluppare depressione rispetto ai non bevitori, chi consumava bibite a base di frutta o al sapore di frutta non gassate ma addizionate di zucchero il 38% in più mentre chi beveva 4 o più tazze di caffè al giorno aveva il 10% di possibilità in meno rispetto ai non bevitori di caffè.
Chen è il primo a dire che i meccanismi che stanno alla base di questa associazione non sono ben chiari e non esclude fattori confondenti (per esempio un forte bevitore di caffè potrebbe avere – o avere avuto – uno stile di vita o una occupazione che richiede un forte impegno e magari soddisfazioni intellettuali, viceversa uno smodato consumatore di bevande zuccherate potrebbe avere un disturbo del comportamento alimentare).
American Academy of Neurology’s 65th Annual Meeting. Abstract 2257. Released January 8, 2013.