Settembre 24, 2024 GM

Insulina umana inalatoria: c’è aria di novità?

A cura di Gisella Boselli
24 settembre 2024 Gruppo ComunicAzione – In una coorte di pazienti con diabete tipo 1 che includeva sia soggetti in multiniettiva sia utilizzatori di sistemi automatizzati, l’utilizzo di insulina inalatoria in tecnosfere si è dimostrato vantaggioso per il controllo delle iperglicemie post-prandiali rispetto a quanto osservato nelle medesime condizioni con l’analogo rapido sottocutaneo.

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Settembre 17, 2024 GM

Dalla parete aortica al cuore: effetti benefici dello spironolattone nel DT2 complicato da malattia renale cronica (lo studio MAGMA)

A cura di Maria Elena Valera Mora
17 settembre (Gruppo ComunicAzione) – Il trial MAGMA, seppur condotto su una casistica limitata, evidenzia il potenziale terapeutico dello spironolattone nel contesto di persone con DT2 e malattia renale cronica. Sono stati dimostrati effetti significativi nell’arrestare la progressione della placca aortica e nel ridurre le alterazioni strutturali e della funzione cardiaca (riduzione dell’ipertrofia ventricolare e della fibrosi miocardica). Inoltre, le analisi di proteomica forniscono una base per ulteriori ricerche sui meccanismi fisiopatologici alla base di queste complicanze.

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Settembre 10, 2024 GM

Sistemi ad ansa chiusa in gravidanza: cosa ci dicono i dati real-world?

A cura di Elisabetta Salutini
10 settembre 2024 (Gruppo ComunicAzione) – In un contesto real-world, l’impiego off-label di sistemi integrati ad ansa chiusa nel DT1 in gravidanza, rispetto alla terapia insulinica tradizionale associata a CGM, è risultato associato a maggior incremento ponderale materno e a una maggior probabilità di peso elevato alla nascita e macrosomia neonatali, a parità di TIR, TAR e glicata.

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Settembre 6, 2024 GM

Con gli agonisti recettoriali duplici e triplici si moltiplicano i benefici: nuovi dati su MASLD e MASH

A cura di Alessandro Mattina e Marina Valenzano
6 settembre 2024 (Una collaborazione fra gruppo Giovani e gruppo ComunicAzione) – Gli agonisti plurirecettoriali sembrano offrire plurimi benefici: se da un lato sono noti gli effetti su controllo glicometabolico nel diabete tipo 2 e calo ponderale, dall’altro emergono le prime prove scientifiche riguardo all’impatto sule patologie correlate, come la steatosi epatica e la steatoepatite. Se i risultati saranno confermati da studi più ampi, tali condizioni, altrimenti orfane di trattamento, potrebbero finalmente ricevere cure farmacologiche mirate.

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Settembre 3, 2024 GM

Semaglutide 2,4: un nuovo ruolo nella terapia dello scompenso cardiaco collegato all’obesità?

A cura di Roberta Poli
3 settembre 2024 (Gruppo ComunicAzione) – Un recente editoriale sull’European Heart Journal ha commentato i risultati di un’analisi secondaria effettuata su dati aggregati, derivati dai trial STEP-HFpEF e STEP-HFpEF DM, in pazienti con obesità e HF a FE conservata, sia in presenza sia in assenza di diabete. Semaglutide 2,4 mg settimanale si è mostrato sicuro ed efficace nel ridurre i sintomi legati all’HF, in particolare nei pazienti trattati con diuretici dell’ansa, consentendone la diminuzione di dose di circa un 20%. Il farmaco si è inoltre dimostrato in grado non solo di determinare un calo ponderale significativo, ma anche di migliorare la capacità funzionale, a parità di peso. Agendo attraverso meccanismi peso-indipendenti (cioè sulla vasodilatazione/infiammazione renale e sulla distribuzione del tessuto adiposo epipericardico), semaglutide 2,4 mg settimanale parrebbe esercitare un’azione strutturale sull’evoluzione della malattia. Questi dati potrebbero, in prospettiva, riservare un ruolo nuovo alla semaglutide nel trattamento dello scompenso obesità-relato, considerata la nota refrattarietà alla terapia diuretica in questa condizione clinica.

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Luglio 30, 2024 GM

Giovani e diabete: la tecnologia che fa bene… da subito!

A cura di Olimpia Iacono
30 luglio 2024 Gruppo ComunicAzione – I bambini con diabete tipo 1 e i loro genitori devono affrontare diverse sfide nella gestione dell’imprevedibilità e complessità della patologia. In una review recentemente sono stati analizzati i dati della letteratura sull’utilizzo delle tecnologie diabetologiche in età pediatrica ed è emerso che, sebbene l’onere della gestione del diabete resti significativo, le nuove tecnologie hanno alleggerito parte del carico di tale gestione, e hanno consentito ai pazienti un miglior compenso glicemico senza il timore di un’eccessiva ipoglicemia. Per tali motivi, l’uso delle tecnologie dovrebbe essere preso in considerazione precocemente per tutti i bambini a partire dai 2 anni di età con diabete tipo 1. Gli ulteriori progressi nell’ambito della tecnologia consentiranno ulteriori miglioramenti in termini di compenso glicemico e di qualità di vita dei pazienti e delle loro famiglie, riducendo così verosimilmente l’incidenza di complicanze a lungo termine.

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Luglio 23, 2024 GM

Partecipare ai Giochi Olimpici Speciali può contribuire a ridurre la probabilità di sviluppare diabete mellito nelle persone con disabilità intellettive

A cura di Sara Colarusso
23 luglio 2024 (Gruppo ComunicAzione) – Negli adulti con disabilità intellettive si osserva una maggiore prevalenza di sovrappeso/obesità e diabete, nonché minori livelli di attività fisica. Secondo un recente studio di coorte retrospettivo canadese, che ha indagato il rischio di sviluppare diabete in persone con disabilità intellettive partecipanti ai Giochi Olimpici Speciali rispetto a quelle non partecipanti, per un periodo osservazionale di 20 anni, si è osservata una riduzione del 15% del rischio di sviluppare diabete nel gruppo dei partecipanti. Interventi educazionali strutturati di promozione della salute e di prevenzione così come attuati nei Giochi Olimpici Speciali possono dunque rappresentare un’efficace strategia, relativamente a basso costo rispetto ai costi del diabete, e facilmente adattabile ai particolari contesti sociali delle persone con disabilità intellettive.

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Luglio 16, 2024 GM

Tirzepatide nel trattamento dell’OSA… E dormi sereno!

A cura di Francesco Fasulo
16 luglio 2024 (Gruppo ComunicAzione) – Tirzepatide, indicato per il trattamento del diabete tipo 2 e da qualche mese approvato per il controllo del peso corporeo, ha mostrato dati promettenti anche come primo potenziale trattamento per le apnee notturne, con risultati significativi nel ridurre il numero di interruzioni respiratorie durante il sonno, un indicatore chiave per misurare la gravità della condizione. In due diversi studi clinici di intervento, di fase 3, confluenti nel progetto SURMONT-OSA, che hanno coinvolto adulti con OSA notturna moderata-grave e obesità, i partecipanti che hanno ricevuto tirzepatide (10 o 15 mg) per 52 settimane hanno mostrato una netta riduzione delle OSA, passando in media da 50 interruzioni del respiro all’ora a circa 29 eventi all’ora, con una riduzione significativa anche nei casi più gravi che erano in trattamento con CPAP.

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Luglio 9, 2024 GM

Dormire della grossa… non ingrossa la taglia, sia per gli uomini, sia per le donne

A cura di Raffaele D’Arco
9 luglio 2024 (Gruppo ComunicAzione) – Una recente metanalisi conferma l’aumento del rischio di obesità negli adulti con una breve durata del sonno, mentre non è stata rilevata una differenza significativa fra i due sessi. Una durata del sonno adeguata dovrebbe essere quindi ugualmente raccomandata a uomini e donne per ridurre il rischio di sviluppare l’obesità.

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Luglio 2, 2024 GM

L’emoglobina glicata all’inizio della gravidanza quale primo test di screening per il diabete gestazionale nei paesi a basso-medio reddito

A cura di Giuseppe Frazzetto
2 luglio 2024 (Gruppo ComunicAzione) – Oltre il 90% dei casi di diabete gestazionale si verifica nei paesi a basso e medio reddito. La maggior parte delle attuali linee-guida raccomandano un OGTT tra la 24a e la 28a settimana di gestazione. L’OGTT rappresenta tuttavia una procedura onerosa in quei paesi e fa sì che un’elevata percentuale di donne non venga sottoposta allo screening. STRiDE, studio prospettico di coorte che ha incluso donne incinte di età compresa tra 18 e 50 anni e con meno di 16 settimane di gestazione (<20 settimane in Kenya), ha valutato l’efficacia della glicata all’inizio della gravidanza, da sola o come parte di uno score di rischio composito insieme a età, BMI e storia familiare di diabete, nel predire il diabete gestazionale a 24-28 settimane di gravidanza, raffrontandolo poi con una popolazione multietnica del Regno Unito (studio PRiDE). Si stima che tale approccio potrebbe consentire di ridurre la necessità di OGTT dal 50 al 64% dei casi per le gestanti di diverse popolazioni. I risultati delle coorti STRiDE e PRiDE hanno identificato quindi una strategia di esclusione potenzialmente utile per ridurre la necessità dell’OGTT. Tale strategia potrebbe quindi rivelarsi più accettabile per le donne e aiutare ad aumentare l’adozione dello screening per il diabete gestazionale nei paesi a basso e medio reddito

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