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Basse dosi di aspirina per la prevenzione primaria di eventi cardiovascolari nel diabete mellito tipo 2: i risultati di 10 anni di follow-up di un trial randomizzato controllato

A cura di Sara Colarusso

13 gennaio 2017 (Gruppo ComunicAzione) – L’efficacia e la sicurezza a lungo termine di basse dosi di aspirina per la prevenzione primaria di eventi cardiovascolari nei pazienti affetti da diabete mellito tipo 2 (DMT2) non sono ancora note.

Un recente trial giapponese pubblicato sulla rivista Circulation da Yoshihiko Saito (Giappone) e coll. sulla prevenzione primaria dell’aterosclerosi con aspirina nei diabetici (Japanese Primary Prevention of Atherosclerosis with Aspirin for Diabetes, JPAD), ha consentito di esaminare se basse dosi di aspirina influenzano gli eventi cardiovascolari in 2539 pazienti giapponesi con DMT2 e senza preesistente malattia cardiovascolare. I pazienti sono stati assegnati in modo casuale al gruppo che assumeva aspirina (81 o 100 mg al giorno, gruppo aspirina) o a quello che non la assumeva (gruppo no aspirina). Dopo che lo studio si è concluso nel 2008, i pazienti sono stati seguiti fino al 2015 cercando di non apportare modifiche alla terapia precedentemente assegnata. Gli endpoint primari erano gli eventi cardiovascolari, tra cui morte improvvisa, malattia coronarica fatale o non fatale, ictus fatale o non fatale e malattia vascolare periferica. Per l’analisi di sicurezza sono stati valutati gli eventi emorragici, l’endpoint composto di emorragia gastrointestinale, l’ictus emorragico e il sanguinamento in altre sedi. Nel periodo mediano di follow-up, che è stato di 10,3 anni, sono stati osservati 317 eventi cardiovascolari (151 nel gruppo aspirina, 166 nel gruppo no aspirina; HR 1,14; IC 95% 0,91-1,42). L’analisi multivariata con modello di rischio proporzionale Cox aggiustato per età, sesso, controllo glicemico, funzione renale, tabagismo, ipertensione arteriosa e dislipidemia non ha mostrato differenze significative nel’incidenza di eventi cardiovascolari con l’impiego di basse dosi di aspirina (HR 1,04; IC 95% 0,83-1,30). L’emorragia gastrointestinale si è verificata in 25 (2%) pazienti del gruppo aspirina e 12 (0,9%) nel gruppo no aspirina (p = 0,03), anche se l’incidenza di ictus emorragico non era differente tra i due gruppi.

Concludendo, basse dosi di aspirina in prevenzione primaria non hanno dimostrato di ridurre nel lungo termine il rischio di eventi cardiovascolari nella popolazione giapponese con DMT2, aumentando peraltro il rischio di sanguinamento gastrointestinale. Resta da stabilire con ulteriori studi clinici multicentrici e di portata internazionale se tali conclusioni possano essere applicabili a tutte le popolazioni.


Circulation 2016 Nov 15. pii: CIRCULATIONAHA.116.025760. [Epub ahead of print]

PubMed


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