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Diabete No Grazie

Al calar del giorno, se sei in dolce attesa, evita la luce artificiale

Per cercare di prevenire il GDM, oltre a peso corporeo, alimentazione e attività fisica, ecco un altro suggerimento: ridurre l’esposizione a una fonte di luce artificiale intensa nelle 3 ore che precedono il sonno.

A cura di Stefano Parini

7 agosto 2023 (Gruppo ComunicAzione) – Sono sempre più numerosi i dati che indicano come un modificato ritmo sonno-veglia (come il lavoro notturno) o quello luce-buio (quello determinato dall’illuminazione artificiale durante la notte) si correlino con alterazioni della glicemia. E se vi è una crescente percezione del ruolo di “inquinante luminoso” della luce artificiale notturna, sia domestica che pubblica, ciò vale certamente di meno per sorgenti luminose come schermi elettronici, display di televisori, laptop, tablet, smartphone, ormai entrati nel nostro vivere quotidiano, ma che sono altrettanto inquinanti.

Recentemente, uno studio ha cercato di capire quale impatto possa avere l’inquinamento luminoso sulla glicemia nelle donne in corso di gravidanza, considerando come l’incidenza del diabete gestazionale (GDM) va aumentando per vari motivi: l’aumento dell’età materna al momento del concepimento, la prevalenza di sovrappeso e obesità, l’incremento di donne immigrate da paesi ad alta prevalenza di diabete tipo 2, e in fine – ma non meno importante – una maggior attenzione e sensibilità nel diagnosticarlo.

Otto centri statunitensi, fra il 2021 e il 2023, hanno chiesto a 741 donne primipare al secondo trimestre di gravidanza (periodo in cui è indicato lo screening per il diabete gravidico) di indossare un sensore di luce da polso (actigrafo) e tenere un diario del sonno quotidiano per una settimana, misurando così la loro esposizione alla luce artificiale notturna e i loro ritmi sonno-veglia.

I dati raccolti facevano emergere che un maggior tempo di esposizione alla illuminazione artificiale nelle tre ore che precedevano il sonno si correlava con una maggior incidenza di GDM, indipendentemente dai tempi e dalla qualità del sonno. Per la precisione, se nel complesso il GDM si presentava in 31 delle 741 donne studiate (4,2%, in linea con i dati noti), si evidenziava una precisa tendenza fra il tempo di esposizione ad una luce artificiale pari o superiore a ≥10 lux (cioè partendo da una luce fioca) nelle ultime 3 ore della giornata che precedevano il sonno e l’incidenza di GDM: 16 casi per le 247 donne “illuminate” per circa 1,3 ore, 12 per quelle 247 “esposte” per 0,8 ore e infine 3 casi per quelle ultime 247 “rischiarate” per solo 0,4 ore.

Quale meccanismo intrinseco, viene ipotizzata una iperattività del sistema nervoso simpatico, una possibile espressione genica circadiana alterata o la soppressione della melatonina.

Dunque, per cercare di prevenire il GDM, vi sarebbe un elemento in più modificabile, oltre a peso corporeo, alimentazione, attività fisica: ridurre l’esposizione a una luce artificiale intensa nelle 3 ore che precedono il sonno.


The association between light exposure before bedtime in pregnancy and the risk of developing gestational diabetes mellitus
Am J Obstet Gynecol MFM 2023;5(8):100922