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Diabete No Grazie

Come è dolce il tuo amore, cantavano i Rhyze nel 1980, ovvero le relazioni coniugali, buone o cattive che siano, aiutano a tenere la glicemia sotto controllo

Vivere con un coniuge o convivere con un partner può aiutare gli adulti di mezza età e gli anziani a tenere sotto controllo i livelli di glucosio nel sangue.

A cura di Michele Riccio

3 aprile 2023 (Gruppo ComunicAzione) – Una recente ricerca ha evidenziato che vivere con il proprio coniuge o la convivenza con un partner, in adulti di mezz’età o più anziani, aiuta a tenere più sotto controllo la glicemia se non addirittura a ridurre l’incidenza del diabete tipo 2, in una popolazione che almeno per ragioni anagrafiche è a forte rischio.

E l’unione non deve essere nemmeno ideale. Sembra infatti che il solo avere una relazione possa essere sufficiente a fornire dei vantaggi, a prescindere dalla qualità della stessa, sia che venisse descritta come solidale o tumultuosa.

Da tempo è noto come il rischio di diabete tipo 2 sia associato ai fragili equilibri del nostro network relazionale: l’isolamento sociale, le condizioni economiche, la solitudine, possono influire negativamente, e ciò è reso più evidente negli anziani. Diverse osservazioni evidenziano come le relazioni sociali si evolvano nel corso della vita, dato più evidente soprattutto nella mezza età. Vengono a mancare i contatti regolari con i bambini, gli amici e i parenti si riducono, aumentando potenzialmente l’importanza e il ruolo dei partner “di vita”.

Le relazioni coniugali potrebbero così avere un’importante influenza sul rischio di diabete tipo 2 e sulla regolazione glicemica, dovuto anzitutto ai meccanismi di protezione dallo stress e alla capacità di far fronte alle sue conseguenze. Inoltre, le relazioni coniugali potrebbero agire come se fossero delle piccole polizze assicurative ed economiche in cui i partner condividono risorse e beni, contribuendo a migliorare la salute attraverso l’acquisto di beni e servizi che promuovono la salute e riducono l’insicurezza finanziaria. Tuttavia, la tensione sociale all’interno di una relazione coniugale potrebbe avere anche l’effetto opposto, aumentando lo stress e/o avendo un impatto negativo sulla percezione della sua gravità e sulla capacità di farvi fronte.

Il gruppo di Katherine J. Ford, del Dip. di Psicologia della Carleton University di Ottawa, Ontario, Canada, ha condotto uno studio pubblicato di recente. I ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 3300 persone (partner compresi) di età fra i 50 e gli 89 anni dell’English Longitudinal Study of Aging (ELSA) per il periodo 2004-2013.

Durante tutto il periodo dello studio sono stati raccolti regolarmente i valori della emoglobina glicata. E i partecipanti non avevano diagnosi precedente di diabete. Per oltre un decennio è stato chiesto loro se avessero una moglie, un marito o un partner o se ci fosse stato un cambiamento nel loro status di coppia. Sono state anche poste domande standardizzate per determinare la qualità e l’evolversi della relazione: ad esempio, se un partner percepiva che l’altro capiva i suoi sentimenti o quanto il coniuge avesse deluso l’intervistato.

I risultati dello studio hanno evidenziato un miglioramento, con una diminuzione media dello 0,21%, dell’emoglobina glicata, quando i partecipanti sono passati a un matrimonio/relazione o una unione domestica, e la stessa percentuale di aumento dell’emoglobina glicata quando i partecipanti uscivano dalla relazione.

A rendere più interessante il dato va evidenziato, come altri studi suggeriscono, che una diminuzione nei valori medi dell’emoglobina glicata dello 0,2% in una popolazione corrisponderebbe a una riduzione della mortalità del 25%.

In che modo, quindi, la relazione ad esempio coniugale potrebbe influire sulla glicemia?

Nel loro studio i ricercatori hanno riportato le ragioni più frequentemente segnalate nella letteratura attuale, in particolare lo stress. Infatti, come riferiscono: “quando le persone stanno vivendo una situazione di stress nella loro vita, avere il supporto sociale di qualcuno potrebbe aiutare a migliorare tale condizione”. Inoltre, il vantaggio di condividere le spese per l’alloggio, il cibo e l’assicurazione, può aiutare a ridurre lo stress. “Un partner potrebbe essere maggiormente interessato a un’alimentazione e a uno stile di vita più sano e questo, in un certo senso, per osmosi, potrebbe influenzare anche l’altro partner in termini di scelte di vita”.

I ricercatori concludono: “Nel complesso, i nostri risultati hanno suggerito che le relazioni coniugali/conviventi erano inversamente correlate ai livelli di emoglobina glicata indipendentemente dalle dimensioni/qualità del sostegno o dei rapporti coniugali. Allo stesso modo, tali relazioni sembravano avere un effetto protettivo contro livelli di emoglobina glicata al di sopra della soglia del prediabete”.


How sweet is your love? Disentangling the role of marital status and quality on average glycemic levels among adults 50 years and older in the English Longitudinal Study of Ageing
BMJ Open Diabetes Res Care 2023;11(1):e003080