Skip to content

Cibo e salute - I video

Diabete No Grazie

Fake news sul cibo

Prevenzione e dintorni

Dialoghi, interviste, spunti utili

News

Video Slow Food

Spunti dalla letteratura

Diabete.it

Incontri sul diabete

Dossier - Le normative per il diabete

EBM

Farmaci

Il cuore del problema

Interviste

Strumenti

Controlli sotto pressione

La United States preventive services task force, Uspstf ha modificato le proprie linee guida relative alle soglie che giustificano lo screening delle persone a rischio di diabete di tipo 2. La revisione ha avuto origine da un accurato studio della letteratura più recente sugli effetti di un trattamento precoce sulla prevenzione del diabete e dei […]

La United States preventive services task force, Uspstf ha modificato le proprie linee guida relative alle soglie che giustificano lo screening delle persone a rischio di diabete di tipo 2. La revisione ha avuto origine da un accurato studio della letteratura più recente sugli effetti di un trattamento precoce sulla prevenzione del diabete e dei suoi effetti di lungo termine più temuti: patologie cardiovascolari e retiniche, insufficienze renali e amputazioni.
Le nuove soglie di allarme consigliate prevedono uno screening in persone asintomatiche ma con valori di pressione stabilmente superiori ai 135/80 mm Hg, indipendentemente dall’eventuale trattamento anti-ipertensivo già subito. Le evidenze raccolte dall’analisi degli studi pubblicati su Medline e Cohrane Library tra il 21001 e il 2007 non bastano sfortunatamente a dimostrare una correlazione diretta tra abbassamento delle soglie di screening e benefici sul lungo termine nella popolazione che non superano la soglia di 135/80 mm Hg di pressione. Allo stesso modo risultano ancora carenti gli studi capaci di dimostrare gli esiti positivi di lungo termine degli interventi basati sull’uso di farmaci e su una vita più sana. Mentre non mancano le ricerche che dimostrano la possibilità di ridurre in modo significativo, attraverso cure ed esercizio fisico, il rischio di passare da condizioni di prediabete al diabete conclamato.
Sapere che con stili di vita appropriati i pazienti con ridotta tolleranza al glucosio possono godere di una riduzione del rischio di sviluppare diabete non esclude tuttavia la possibilità di avere benefici clinici anche sul lungo termine: la mancanza di evidenze rilevata dalla Uspstf non implica necessariamente una mancanza di efficacia della prevenzione. Del resto, riuscire a ritardare la comparsa di diabete può essere un obiettivo ragionevole. Individuare per tempo un diabete lieve o una intolleranza al glucosio può servire a raccomandare con maggior forza uno stile di vita più sano e a trattare con più convinzione i fattori di rischio associati.