In nome della legge, mangia meglio
Che il diabete si possa curare e prevenire in modo molto efficace attraverso un’alimentazione più curata e una vita meno sedentaria è un fatto acquisito. Ma gli organi sanitari competenti nelle varie nazioni non hanno vita facile quando si tratta di incentivare la popolazione all’esercizio di queste misure di prudenza. Gli effetti negativi della cattiva dieta e della mancanza di moto dipendono, in ultima analisi, dalle scelte dell’individuo. L’obesità aumenta enormemente i rischi di contrarre il diabete e le patologie ipertensive e vascolari, ma negli Stati Uniti i dati rivelano che la dimensione del fenomeno è in crescente aumento. Nel 2005 sei adulti americani su dieci risultavano sovrappeso (indice di massa corporea compreso tra 25 e 30). L’obesità conclamata (indice tra 31 e 41) tocca il 23% della popolazione adulta e 3 su cento sono estremamente obesi (indice superiore a 40).
Considerando le dimensioni globali dei fenomeni, le autorità stanno studiando il modo di appellarsi alle normative e alla legge per indurre un clima più favorevole alla prevenzione. Non si può arrestare qualcuno per aver mangiato un hamburger di troppo (anche se le assicurazioni applicano di fatto strumenti coercitivi indiretti attraverso la politica di sottoscrizione delle polizze), ma si può fare in modo che il sistema diventi nel complesso più virtuoso. Un caposaldo di una politica più favorevole alle buone abitudini alimentari è l’informazione. Le tabelle applicate sulle confezioni dei cibi, unite alle campagne di sensibilizzazione, possono tradursi in comportamenti più sensati da parte dei consumatori. Ma sempre più spesso le autorità sanitarie cercano di mediare dalle situazioni che negli anni recenti hanno visto contrapposte la sanità pubblica e le industrie del tabacco. L’obiettivo è coinvolgere in prima persona l’industria alimentare e il settore della ristorazione, investendoli di una maggiore responsabilità attraverso lo strumento della responsabilità legale. Non informare i clienti o indurli, attraverso la pubblicità a consumare cibi malsani deve essere considerato un reato.