Skip to content

Diabete No Grazie

Integrale è meglio!

Rimpiazzare le farine raffinate con frumento integrale, come spesso è consigliato da medici e nutrizionisti, può essere una modifica delle abitudini alimentari capace nel ridurre nel tempo il grasso addominale, gli zuccheri e i grassi nel sangue e l’ipertensione, riducendo dunque il rischio cardiovascolare.

A cura di Eugenio Alessi

L’alimentazione è un importante fattore “modificabile” nell’ambito della prevenzione delle malattie cardiovascolari, fra le prime cause di mortalità nei paesi sviluppati. Alcuni studi hanno osservato un’associazione fra consumo di frumento integrale e un minore rischio di malattia cardiovascolare, obesità e diabete, ma ci sono poche evidenze su come l’assunzione di frumento integrale o raffinato influenzi nel tempo i principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, ovvero obesità, aumento degli zuccheri e dei grassi nel sangue e aumento della pressione.

Il frumento integrale, come indica lo stesso termine, contiene tutte le componenti del chicco (crusca, endosperma e germe) e quindi una più elevata quantità di fibre, mentre nella produzione della farina raffinata (bianca) crusca e germe vengono eliminati.

Uno studio condotto da Caleigh M. Sawicki (Tufts University, Boston, MA; USA) e coll., e recentemente pubblicato sul Journal of Nutrition, ha valutato l’associazione del consumo di farine integrali e raffinate con i valori di circonferenza vita, glicemia, colesterolo HDL, trigliceridi e pressione arteriosa in oltre 3000 partecipanti dello studio Framingham Offspring (età media 54,9 anni), con raccolta ogni 4 anni delle abitudini alimentari mediante questionari e dei parametri clinici e di laboratorio.

I partecipanti che consumavano più frumento integrale (≥48 g o circa 3 porzioni/giorno), in confronto a chi ne consumava di meno (<8 g o circa 0,5 porzioni/ giorno), presentavano nel tempo (per ogni intervallo di 4 anni) un minor incremento della circonferenza vita, degli zuccheri nel sangue e della pressione arteriosa sistolica, e tali associazioni rimanevano significative anche tenendo conto dell’indice di massa corporea, delle variazioni di circonferenza vita, degli zuccheri nel sangue e della pressione e delle altre abitudini alimentari.

Prendendo in considerazione il genere, è stata osservata una più forte associazione tra il consumo di frumento integrale e la variazione di circonferenza vita fra le donne rispetto agli uomini. Al contrario, una maggiore assunzione di farine raffinate si associava a un maggiore incremento della circonferenza vita e a una minore riduzione dei trigliceridi, determinando un peggioramento del profilo di rischio cardiovascolare.

In base a tali risultati, rimpiazzare le farine raffinate con frumento integrale, come spesso in effetti viene consigliato da medici e nutrizionisti, potrebbe essere una modifica delle abitudini alimentari efficace nel ridurre nel tempo il grasso addominale, gli zuccheri e i grassi nel sangue e l’ipertensione, riducendo quindi il rischio cardiovascolare, in un momento storico (che dura ormai da un paio di decenni) in cui la prevalenza di obesità e diabete tipo 2 è in sostanziale incremento globalmente, contribuendo all’incremento delle patologie cardiovascolari, con le relative conseguenze in termini di salute pubblica.


Whole- and Refined-Grain Consumption and Longitudinal Changes in Cardiometabolic Risk Factors in the Framingham Offspring Cohort
The Journal of Nutrition. Published online, 2021