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Diabete No Grazie

La carne non è tutta uguale…

Sappiamo che un consumo eccessivo di carne rossa aumenta il rischio di malattie cardiovascolari. Oggi però si ipotizza che l’effetto dannoso non sia causato tanto dai grassi animali, come un tempo si pensava, quanto dalle sostanze utilizzate nella carne lavorata come additivi, conservanti o coloranti. In definitiva, come sempre, per mantenerci in salute dobbiamo preferire cibi freschi e naturali.

A cura di Lucia Briatore

È noto da tempo che un consumo eccessivo di carne rossa aumenta il rischio di malattie cardiovascolari. Tuttavia, una recente pubblicazione sulla rivista American Journal of Clinical Nutrition mostra un quadro diverso grazie ai dati dello studio epidemiologico PURE (Prospective Urban Rural Epidemiology).

Nello studio sono stati valutati 134.297 individui provenienti da 21 diversi paesi a basso, medio e alto reddito. Le abitudini alimentari di ogni soggetto, intese come frequenza di consumo e quantità dei vari cibi, sono state registrate utilizzando dei questionari specifici per ogni paese. Lo scopo dello studio è stato valutare la mortalità totale e l’incidenza delle maggiori malattie cardiovascolari. Dopo un periodo di osservazione di 9,5 anni i ricercatori hanno notato che un maggior consumo di carne rossa (manzo, agnello, vitello e maiale) o bianca (tutti i volatili) non era associato a un aumento di malattie cardiovascolari o mortalità, mentre tale aumento si verificava nelle persone in cui era presente anche un modesto consumo di carni lavorate, cioè qualsiasi carne che era stata salata, stagionata o trattata con conservanti o additivi alimentari (ad esempio salumi, salsicce, hot dog, ecc.). I dati evidenziano come siano sufficienti due porzioni alla settimana di carne lavorata per aumentare il rischio di malattie cardiovascolari. I ricercatori ipotizzano che l’effetto dannoso non sia causato prevalentemente dai grassi animali, come un tempo si pensava, quanto dalle sostanze che vengono utilizzate nella carne lavorata come additivi, conservanti o coloranti.

Pur con il limite di uno studio osservazionale, nel quale il consumo di cibo è autoriferito dai partecipanti e non oggettivamente misurato, i risultati sottolineano ancora una volta come per mantenerci in salute dobbiamo preferire cibi freschi e naturali, non lavorati dall’industria o trattati con additivi e conservanti.


Associations of unprocessed and processed meat intake with mortality and cardiovascular disease in 21 countries [Prospectve Urban Rurale Epidemiology (PURE) Styudy]: a prospective cohort study
Am J Clin Nutr. 2021 Mar 31;nqaa448