La città metabolica
“Di una città non apprezzi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”
Italo Calvino
A cura di Marcello Monesi
28 marzo 2022 (Gruppo ComunicAzione) – Sappiamo bene che uno stile di vita non salutare, i cattivi comportamenti a tavola, la mancanza di attività fisica regolare sono le principali minacce alla nostra salute. Se vogliamo prevenire efficacemente obesità e diabete, migliorando così la nostra salute ed evitando il rischio delle patologie cardiovascolari, siamo chiamati a modificare, almeno in parte, il nostro stile di vita.
Ma la prevenzione non è una scelta solo individuale: in tempi relativamente recenti la comunità scientifica ha iniziato a interrogarsi sull’impatto che altri fattori, non più legati alla sfera individuale, esercitano sul rischio di sviluppare malattie metaboliche. Il nostro contesto abitativo, l’organizzazione urbanistica delle nostre città possono esercitare effetti determinanti sul nostro benessere psicofisico. Non contano solo fattori “classici” come la qualità dell’aria che respiriamo, dell’acqua e del cibo che ingeriamo quotidianamente: stiamo scoprendo che la stessa organizzazione architettonica delle nostre città causa un impatto significativo sul rischio di sviluppare malattie metaboliche come obesità e diabete.
Un recente studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Endocrine Reviews, ha raccolto e sintetizzato i risultati di numerose ricerche che, negli ultimi anni, si sono prefisse di analizzare e descrivere i fattori che, dal punto di vista urbanistico, di fatto inducono nei cittadini uno stile di vita più appropriato e salutare.
A tale proposito è indispensabile familiarizzare con il concetto, riferito alle nostre città, di walkability: termine che descrive quanto l’organizzazione urbanistica di una città, di un quartiere o di un villaggio sia in grado di promuovere l’attività fisica, ad esempio attraverso la presenza di percorsi pedonali o piste ciclabili, la disponibilità dei trasporti pubblici, la densità del traffico (che se elevata scoraggia gli spostamenti a piedi), solo per citare alcuni dei fattori considerati. Ebbene, numerosi studi condotti su ampie popolazioni in diverse città del mondo hanno chiaramente dimostrato che le aree urbane con maggiore walkability presentano tassi inferiori di incidenza di diabete e ipertensione arteriosa.
I fattori presi in considerazione nei diversi studi passati in rassegna sono molteplici e complessi: ad esempio si è osservato in diverse città che la minore presenza in un quartiere di ristoranti fast food, oltre che la prossimità alle aree verdi hanno un significativo impatto sulla prevenzione delle malattie metaboliche. In sintesi, è possibile identificare specifici fattori di sviluppo urbano in grado di promuovere comportamenti salutari e quindi, migliorare non solo la prevenzione ma la stessa qualità della nostra vita: una “città metabolica” a misura di cittadino, pensata e sviluppata con il preciso obiettivo della vivibilità, che non deve contrastare con le necessarie esigenze di sviluppo economico e produttività.
Come cittadini del mondo del nuovo millennio è per noi possibile, anzi necessario, immaginare un diverso modello di sviluppo urbano che metta in primo piano la promozione della qualità di vita e della salute. Molti sono gli attori chiamati a partecipare a tale ambizioso progetto: politici, scienziati, urbanisti, ingegneri, architetti, artisti, e, soprattutto, cittadini. Sapremo cogliere la sfida?
The Weight of Place: Built Environment Correlates of Obesity and Diabetes
Endocr Rev 2022 Feb 24;bnac005. Online ahead of print