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Diabete No Grazie

La tua spesa è sostenibile?

Il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda USL di Bologna ha creato un percorso che simula la 'spesa' quotidiana. Alla cassa, lo scontrino elenca l'impatto che gli acquisti hanno sulla nostra salute e su quella del pianeta in termini di emissione di gas serra, risorse idriche e uso del suolo. Lo spiega Luciana Prete

Molte persone, da qualche tempo anche in Italia, si chiedono come è possibile ridurre al minimo l’impatto ecologico delle proprie attività e in particolare dei propri consumi. Si sono fatti strada gli acquisti “a chilometro zero” (non comprare frutta verdura o preparati che hanno richiesto per il loro trasporto l’emissione di chili di CO2), si stanno facendo spazio le confezioni “ricaricabili” di detersivi. Mancano però molte informazioni. Chi avrebbe detto ad esempio che per produrre una pizza margherita servono 1.200 litri di acqua!

“Per valutare l’impronta ecologica, vale a dire l’impatto sull’ambiente di ogni singolo alimento o prodotto occorre conoscere e ripercorrere tutta la filiera e tenere conto di ogni elemento”, afferma la dott.ssa Luciana Prete del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda USL di Bologna, “la coltivazione delle materie prime, la trasformazione, il confezionamento, il trasporto, la distribuzione, il consumo. In questo modo, è possibile valutare l’impatto ambientale delle diverse categorie di alimenti in termini di emissione di gas serra (Carbon Footprint), uso delle risorse idriche (Water Footprint) e utilizzo del suolo (Ecological Footprint). Va considerato anche l’impatto dello spreco di cibo che, oltre a causare un danno economico, grava in modo insostenibile e ingiustificato sulle riserve naturali dalle quali gli esseri umani dipendono per nutrirsi”.

L’Azienda USL di Bologna ha deciso di condividere questi concetti in un modo semplice e di grande impatto attraverso il percorso espositivo “Impronte. Le misure della salute” fruibile dal 28 marzo al 13 aprile 2014 in Piazza Nettuno a Bologna nell’ambito della manifestazione “La Scienza in Piazza” organizzata dalla Fondazione Marino Golinelli.

Il percorso, ideato e realizzato da Linda Intrieri, Alessandra Marolla e Luciana Prete dell’Azienda USL di Bologna, prevede la simulazione di una normale “spesa”. I partecipanti “acquistano” gli alimenti selezionandone il codice a barre con un lettore ottico. Alla fine del percorso, suddiviso in 18 tappe, l’insieme delle scelte rilevate attraverso il lettore produce uno scontrino.

Lo scontrino riporta il “conto della spesa” in termini di salute dell’acquirente e dell’ambiente. Un’istantanea delle conseguenze delle scelte fatte, quantificate attraverso alcuni indicatori, di salute dell’individuo (zuccheri, grassi, sale) e del pianeta (emissioni in atmosfera e consumo di risorse).
Per ogni scelta, lo scontrino mette infatti a confronto due possibili modalità di acquisto/consumo ed i relativi impatti (es. fresco/confezionato, stagionale/fuori stagione, grassi animali/grassi vegetali, pesce/carne, ecc.).

I risultati del percorso vengono poi discussi con un esperto e possono essere approfonditi attraverso un opuscolo che sintetizza l’ampia bibliografia esistente sull’argomento. Un video finale riporta il visitatore da un contesto individuale ad un contesto globale, spiegando come le scelte del singolo, moltiplicate esponenzialmente, si ripercuotano sull’ecosistema e condizionino lo stato di salute di intere popolazioni.

Alcune immagini del ‘supermercato’ realizzato in piazza Nettuno a Bologna. Con uno scanner si selezionano gli ‘acquisti’ e lo ‘scontrino’ elenca l’impatto ecologico delle scelte effettuate.

Obiettivo del laboratorio non è spaventare o creare sensi di colpa ad ogni pasto ma dimostrare che è possibile preservare la propria salute e ridurre l’impatto dei propri consumi attraverso diete sostenibili che, come definite dalla FAO (Sustainable diets and biodiversity. 2010) sono diete “a basso impatto ambientale che contribuiscono alla sicurezza alimentare e nutrizionale, nonché a una vita sana per le generazioni presenti e future”. E se gli alimenti della Dieta Mediterranea sono proprio quelli che preservano meglio la “salute del pianeta” e la Dieta Mediterranea è considerata anche uno stile alimentare tra i più capaci di prevenire diabete e obesità, è proprio il caso di dire che, per una volta, gusto, salute ed etica vanno a braccetto.

Visto il successo registrato, l’Azienda USL di Bologna sta valutando se riproporre il laboratorio in altri contesti in futuro.

Molto chiaro l’opuscolo distribuito al pubblico: cliccando questo link sarò subito scaricato nella memoria del vostro computer:

Ulteriori informazioni: http://www.ausl.bologna.it/news/current/auslnews.2014-02-26.3512904661