Menopausa e diabete (in particolare il tipo 1): ci sono correlazioni?
A cura di Angela Napoli e Francesco Romeo
10 gennaio 2024 (Gruppo ComunicAzione) – La menopausa viene diagnosticata retrospettivamente 12 mesi dopo la cessazione permanente delle mestruazioni ed è dovuta al declino della funzione ovarica. Essa si manifesta generalmente fra i 45 e i 55 anni di età, ma non sono rare menopause precoci o tardive; ed è preceduta quasi sempre da alterazioni del ciclo mestruale (mestruazioni ravvicinate e abbondanti oppure più distanziate tra di loro). la diminuzione degli estrogeni può provocare disturbi e sintomi, sia di natura neurovegetativa (vampate di calore, sudorazioni profuse, palpitazioni, sbalzi della pressione arteriosa, disturbi del sonno, vertigini, secchezza vaginale e prurito genitale), sia di natura psicoaffettiva (irritabilità, umore instabile, affaticamento, ansia, demotivazione, disturbi della concentrazione e della memoria, diminuzione del desiderio sessuale).
In questa fase della vita della donna è importante contrastare le alterazioni metaboliche e l’aumento variabile del peso corporeo, che generalmente interessa l’area intorno alla cintura, associati al nuovo assetto ormonale. pertanto, deve essere rivalutato il ruolo dello stile di vita, con l’adozione di un’alimentazione sana insieme a un programma di attività fisica regolare, personalizzati. Inoltre, la terapia ormonale sostitutiva può essere un valido aiuto, dopo un accurato esame clinico con cui il medico ne valuta i rischi e i benefici così che la donna stessa possa operare una scelta consapevole.
Va infine ricordato che la menopausa naturale precoce è correlata a un aumento del rischio di morbilità (osteoporosi e fratture e aterosclerosi) e mortalità per tutte le cause (ictus, malattie cardiovascolari). E che si è stimato un aumento del 2% della mortalità aggiustata per età per ogni anno di declino dell’età alla menopausa naturale.
uno studio pubblicato sulla rivista Menopause, ha dimostrato che la durata del periodo riproduttivo delle donne con diabete, soprattutto con diabete tipo 1 insorto prima del menarca, può essere di circa 2-3 anni più breve rispetto alle donne non diabetiche, sia per un ritardo del menarca (circa 6 mesi più tardivo) che per una menopausa naturale anticipata.
Questa diversa durata del periodo riproduttivo viene attribuita all’alterata secrezione/azione dell’insulina che la donna produce, ma anche alla distribuzione non completamente fisiologica dell’insulina somministrata per via sottocutanea. Anche valori aumentati della glicemia possono concorrere a una alterata funzione riproduttiva femminile dal momento che tutti questi fattori agiscono sia a livello del cervello che ’dell’ovaio.
Le nuove tecnologie – quali il monitoraggio continuo del glucosio, i microinfusori con sistema ibrido automatico, le nuove insuline e i nuovi farmaci non insulinici – hanno determinato un netto miglioramento del controllo metabolico, del peso corporeo e una maggiore protezione d’organo, mai registrata in passato. È verosimile che il ricco e variegato bagaglio terapeutico oggi disponibile, ma sempre più promettente nel prossimo futuro, possa agire favorevolmente anche sul periodo riproduttivo delle donne con diabete ma serviranno studi mirati ad hoc per confermarlo.
Women with Type 1 Diabetes (T1D) Experience a Shorter Reproductive Period Compared with Nondiabetic Women: The Pittsburgh Epidemiology of Diabetes Complications (EDC) Study and the Study of Women’s Health Across the Nation (SWAN)
Menopause 2021;28(6):634-641