Quando il quartiere è un fattore di rischio
Dal 1994 al 1998 a Chicago si è svolto uno straordinario (e un po’ inquietante) esperimento sociale: a circa 3 mila donne con bambini che vivevano in quartieri ad alta densità di povertà sono stati offerti dei contributi al pagamento dell’affitto. In due terzi dei casi questi contributi erano subordinati alla scelta di un quartiere a bassa densità di povertà. In un terzo non vi era nessun vincolo. A un gruppo di controllo di 1400 donne non era invece stata offerta nessuna opportunità.
Dieci anni dopo le persone oggetto di questo esperimento sono state seguite per due anni. La percentuale di sovrappeso (Indice di massa corporea eguale o superiore a 35) era inferiore del 4-6% nel gruppo che era andato ad abitare in quartieri non poveri rispetto agli altri due gruppi. Lo stesso vale per la percentuale di persone obese (3-4%) e perfino per la percentuale di persone con emoglobina glicata superiore a 6-5% e quindi con diabete o pre-diabete (4-3% inferiore nel gruppo di persone che era andata a vivere nei quartieri non poveri).
Il dato sorprendente si affianca ad altre ricerche che sottolineano la ‘contagiosità’ dell’obesità per esempio fra i giovani (la probabilità che un bambino che entra in una classe diventi obeso è legata alla percentuale di bambini obesi presenti in quella classe). Essendo basato su una suddivisione casuale questo studio ha il merito di isolare la variabile residenza dalle altre. Le donne oggetto dell’esperimento erano infatti scelte casualmente su un campione socialmente (madri single con figli) ed economicamente omogeneo (altrimenti non avrebbero avuto diritto ai voucher).
Neighborhoods, Obesity, and Diabetes — A Randomized Social Experiment
Jens Ludwig, Lisa Sanbonmatsu, Lisa Gennetian, Emma Adam, Greg J. Duncan, Lawrence F. Katz, Ronald C. Kessler, Jeffrey R. Kling, Stacy Tessler Lindau, Robert C. Whitaker, M.P.H., and Thomas W. McDade,
New England Journal of Medicine 2011; 365:1509-1519