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Smetto di fumare. O no?

Il fumo di sigaretta è purtroppo considerato un fattore di rischio anche per il manifestarsi di sindromi metaboliche come il diabete, probabilmente a causa dei processi flogistici scatenati all’assunzione di nicotina. È dunque sufficiente smettere di fumare per ridurre tale rischio? Sfortunatamente sembra che le cose non filino troppo lisce con questa forma di prevenzione. […]

Il fumo di sigaretta è purtroppo considerato un fattore di rischio anche per il manifestarsi di sindromi metaboliche come il diabete, probabilmente a causa dei processi flogistici scatenati all’assunzione di nicotina. È dunque sufficiente smettere di fumare per ridurre tale rischio? Sfortunatamente sembra che le cose non filino troppo lisce con questa forma di prevenzione. Quando si smette di fumare, infatti, bisogna tener conto dell’effetto – anch’esso scientificamente dimostrato – dell’aumento di peso legato a un comportamento che tende a sostituire il rito della sigaretta con quello dello spuntino, o della caramella. Purtroppo uno studio americano riportato nell’autorevole Annals of Internal Medicine arriva a concludere che tra riduzione del rischio determinato dall’abbandono del pacchetto e aumento del rischio legato invece alle conseguenze dietetiche dell’improvviso non fumo, quest’ultimo sembra avere la meglio. In altre parole, sommando algebricamente la riduzione di rischio (per la scomparsa della nicotina) e l’aumento di rischio (per l’ingrassamento post-fumo), smettere di fumare risulta mediamente meno salutare.
Lo studio svolto nello stato del Maryland ha preso in esame un campione di 1.254 adulti fumatori osservati nell’arco di nove anni. Rispetto ai soggetti che non avevano mai fumato, negli schiavi del tabacco (in realtà basta molto poco, più di trenta pacchetti all’anno) il rischio relativo per il diabete di tipo 2 è di 1,42, quasi una volta e mezzo in più rispetto ai non fumatori. Andando tuttavia a osservare, tra i fumatori, coloro che nei primi tre anni di follow up avevano smesso di fumare, il rischio di insorgenza del diabete è risultato maggiore rispetto a chi aveva continuato a farlo. Il margine di rischio in più è dovuto al peso in più e alla maggiore circonferenza addominale e tende a concentrarsi proprio nei primi tre anni dopo la cessazione del vizio. Oltre questo lasso di tempo, tende a scomparire.
Dovendo smettere di fumare, è quindi opportuno farlo con il dovuto supporto psicologico e dietologico.