Skip to content

Finerenone: una nuova arma per ridurre il rischio cardiovascolare in pazienti con malattia renale cronica e diabete tipo 2?

Punti chiave

Domanda: Quali sono gli effetti del finerenone, un antagonista recettoriale per mineralcorticoidi molto selettivo, sugli esiti CV e renali in pazienti con malattia renale cronica e diabete di tipo 2?

Risultati: Nello studio FIDELIO-DKD, tra i 5674 pazienti randomizzati 1:1 a ricevere finerenone o placebo per una media di 2,6 anni, l’endpoint composito (morte cardiovascolare, infarto del miocardio, ictus o ospedalizzazione per scompenso cardiaco) è stato significativamente inferiore nei pazienti che avevano assunto finerenone (HR 0,86; IC 95%, 0,75-0,99; p = 0,034). Gli eventi avversi sono stati sovrapponibili tra placebo e trattamento attivo.

Significato: Questi dati suggeriscono che il finerenone ha il potenziale per fornire una nuova opzione di trattamento per ridurre il rischio di eventi CV in pazienti con malattia renale cronica e diabete tipo 2.


A cura di Lucia Briatore

7 dicembre 2020 (Gruppo ComunicAzione) – Il finerenone, un nuovo antagonista recettoriali per mineralcorticoidi (MRA) molto selettivo, ha mostrato un effetto antiproteinurico in pazienti con malattia renale cronica (MRC) non diabetici già trattati con inibitori del sistema renina angiotensina.

Nello studio FIDELIO DKD, trial di confronto a placebo randomizzato in doppio cieco, è stato valutato l’effetto di questa molecola sugli esiti cardiovascolari (CV) e renali in pazienti con MRC e diabete di tipo 2 (DT2). I criteri di inclusione prevedevano la presenza di DT2 e rapporto tra albumina urinaria e creatinina 30-5000 mg/g e una velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR) ≥2 – <75 ml/min/1,73 m2. I pazienti dovevano essere trattati con blocco ottimizzato del sistema renina-angiotensina, mentre sono stati esclusi i pazienti con una storia di insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta. L’endpoint composito era costituito da morte CV, infarto del miocardio, ictus o ospedalizzazione per scompenso cardiaco. Sono stati analizzati in sottogruppi i pazienti con o senza pregresso evento CV.

Tra settembre 2015 e giugno 2018, sono stati sottoposti a screening 13.911 pazienti e 5674 sono stati randomizzati; Il 45,9% dei pazienti aveva malattia CV al basale. Su un follow-up mediano di 2,6 anni (intervallo interquartile, 2,0-3,4 anni), il finerenone ha ridotto il rischio di esito CV composito rispetto al placebo (rapporto di rischio [HR], 0,86; IC 95% 0,75-0,99; p = 0,034), senza interazioni significative tra pazienti con e senza eventi CV (HR, 0,85; IC 95% 0,71-1,02 in pazienti con una storia malattia CV; HR, 0,86; IC 95% 0,68-1,08 nei pazienti senza una storia di malattia CV; valore di p per l’interazione 0,85). Gli eventi avversi sono stati simili tra i bracci di trattamento, con una bassa incidenza di iperkaliemia e interruzione permanente del trattamento (2,3% con finerenone vs. 0,8% con placebo in pazienti con malattia CV e 2,2% con finerenone vs. 1,0% con placebo in pazienti senza malattia CV).

Gli autori concludono che – tra i pazienti con MRC e DT2 – il finerenone ha ridotto l’incidenza di endpoint composito CV, senza evidenza di differenze tra i pazienti con o senza pregresso evento CV, e con una buona tollerabilità. Gli autori ipotizzano che il farmaco agisca prevalentemente con un meccanismo emodinamico e antiinfiammatorio.


Circulation 2020 Nov; 120.051898

PubMed


AMD segnala articoli della letteratura internazionale la cui rilevanza e significato clinico restano aperti alla discussione scientifica e al giudizio critico individuale. Opinioni, riflessioni e commenti da parte degli autori degli articoli proposti non riflettono quindi posizioni ufficiali dell’Associazione Medici Diabetologi.