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Il diabete misconosciuto è prevalente nei giovani adulti e associato con un maggiore rischio cardiometabolico: i risultati di uno studio trasversale su popolazione asiatica

A cura di Enrico Pergolizzi

18 gennaio 2016 (Gruppo ComunicAzione) – Negli ultimi 2 decenni i tassi di eventi cardiovascolari sono diminuiti drasticamente tra i pazienti con diabete, soprattutto per quanto riguarda l’infarto del miocardio (IM). Tale riduzione deriva verosimilmente dalla variazione dello stile di vita associata al miglioramento del compenso glicemico e pressorio e a maggior raggiungimento dei target dei lipidi nei pazienti diabetici, tipo sia1 sia 2. Il maggior beneficio sull'IM potrebbe anche essere spiegato con i miglioramenti della cardiologia interventistica, oltre che da un miglior approccio farmacologico. Attualmente le opzioni disponibili per la rivascolarizzazione in pazienti con malattia coronarica sono l’intervento coronarico percutaneo (percutaneous coronary intervention, PCI) e il bypass aortocoronarico (coronary-artery bypass grafting, CABG). Nei pazienti diabetici, i risultati degli studi mostrano una preferenza per CABG rispetto a PCI, soprattutto nella malattia multivasale.

A tal proposito, nel trial Strategies For Multivessel Revascularization in Patients with Diabetes (FREEDOM), i cui risultati sono stati pubblicati alcuni anni fa sul New England Journal of Medicine (1), è stata valutata l'ipotesi che il CABG desse migliori risultati sugli esiti a lungo termine rispetto al PCI e stent medicati nei pazienti con diabete. Il rischio di mortalità per tutte le cause e di IM era significativamente più basso nei pazienti sottoposti a CABG rispetto a quelli sottoposti a PCI. Tuttavia, il tasso di ictus era più alto nel gruppo CABG. La ragione di una più alta incidenza di ictus dopo CABG non è nota, ma potrebbe riflettere una maggiore prevalenza di malattia vascolare cerebrale nei pazienti con diabete. Non vi sono però degli studi che abbiano evidenziato l'associazione tra diabete e rischio al lungo termine di ictus dopo CABG.

Per questo motivo, il Dott.Thomas Nystrom e coll. (Svezia) hanno recentemente condotto uno studio di coorte basato sulla popolazione nazionale per indagare il rischio a lungo termine di ictus nei pazienti con diabete tipo 1 e 2 sottoposti a CABG rispetto ai pazienti non diabetici (2).

Nello studio sono stati inclusi tutti i pazienti facenti parte del registro SWEDEHEART sottoposti a bypass coronarico in Svezia dal 2000 al 2011. Sono stati esclusi i pazienti con precedente ictus e quelli con insorgenza di ictus o deceduti entro 30 giorni dall'intervento. Per identificare i pazienti con diabete 1 e 2 è stato utilizzato il National Diabetes Register. L’ictus incidente (ischemico ed emorragico) e la mortalità per tutte le cause sono stati ottenuti incrociando i dati del National Patient Register e il Cause Of Death Register. Sono stati inclusi 53.820 pazienti (con diabete tipo 1 [n = 714], con diabete tipo 2 [n = 10.054] e non diabetici [n = 43.052]). Durante un periodo medio di follow-up di 7,4 anni, in totale, l’8,0% dei pazienti ha avuto un ictus: il 7,3% dei pazienti con diabete tipo 1, il 9,1% dei pazienti con diabete tipo 2 e il 7,7% dei pazienti non diabetici. Il rischio di ictus era significativamente più alto nei pazienti con diabete rispetto ai non diabetici nelle analisi aggiustate per età e per multivariate; infatti, l'hazard ratio per tutti gli ictus è stato 1,59 (IC 95% 1,20-2,11) nel diabete tipo 1 e 1,32 (IC95%1,23-1,43) nel diabete tipo 2. In complesso, il 22% dei pazienti ha avuto una morte per qualsiasi causa: il 22% nel gruppo del diabete tipo 1, il 21% in quello del diabete tipo 2 e il 22% in quello dei non diabetici. Il rischio per la mortalità per tutte le cause e anche per la combinazione di mortalità e ictus, era due volte più alto nei pazienti con diabete tipo 1 rispetto ai pazienti senza diabete; il rischio era invece solo leggermente più alto nei pazienti con diabete tipo 2 rispetto ai pazienti senza diabete.

In conclusione, lo studio suggerisce che i pazienti diabetici sottoposti a CABG presentino un incremento del rischio a lungo termine di ictus e di mortalità, indipendentemente dal controllo glicemico e da altri fattori di rischio cardiovascolare.

 

1) N Engl J Med 2012;367:2375-84

PubMed

2) J Am Heart Assoc 2015;4:e002411

PubMed


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