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Il digiuno sino a mezzogiorno causa un maggior incremento glicemico postprandiale e peggiora la risposta insulinica dopo pranzo e cena nei soggetti con diabete tipo 2: i risultati di uno studio clinico randomizzato

A cura di Enrico Pergolizzi

22 gennaio 2016 (Gruppo ComunicAzione) – Nel diabete mellito tipo 2 (DMT2), l’iperglicemia postprandiale (PPHG) influenza in modo consistente i valori di emoglobina glicata (HbA1c) ed è fortemente associata con il successivo sviluppo di complicanze vascolari anche in caso di raggiungimento di un adeguato controllo glicemico. Pertanto, la riduzione della PPHG può essere considerata un obiettivo particolarmente importante nelle fasi iniziali della malattia, per rallentare il progressivo declino della funzione beta-cellulare e migliorare complessivamente gli outcome. La maggior parte delle vie metaboliche coinvolte nel controllo della PPHG sono sotto il controllo del nostro “orologio circadiano”. E’ evidente che la PPHG ha un chiaro ritmo circadiano, con una risposta maggiormente prolungata e superiore per pasti identici alla sera rispetto al mattino. Il timing dei pasti è un potente sincronizzatore dell’orologio circadiano che condiziona le variazioni giornaliere della PPHG sia in individui sani sia in quelli affetti da DMT2.

Per questo, rispettare il timing dei pasti è determinante per cercare di ridurre le eccessive escursioni glicemiche postprandiali. E’ stato già dimostrato che la colazione è di grande importanza per la regolazione della glicemia nelle 24 ore. Saltare la colazione causa un aumento ponderale e altri outcome negativi per la salute, tra cui l’insulino-resistenza e l’aumentato rischio di sviluppare DMT2; nei soggetti con DMT2 contribuisce a un significativo aumento dell’HbA1c e della PPHG dell’intera giornata anche senza abusi alimentari a cena. Al contrario, il consumo di una colazione ad alto contenuto calorico e una cena a basso contenuto calorico si accompagnano a una riduzione significativa della PPHG giornaliera e dei livelli di HbA1c nei soggetti con DMT2.

Nonostante la crescente evidenza degli effetti benefici del consumo della colazione, si hanno poche conoscenze sul rapporto tra la mancata prima colazione e le escursioni glicemiche giornaliere nei pazienti affetti da DMT2. Esistono dati su individui sani che dimostrano che non consumare la colazione determina una risposta glicemica postprandiale superiore dopo pranzo e cena, ma se l’omissione della colazione è stata compensata da calorie in eccesso a pranzo e a cena è difficile determinare se l’alta risposta glicemica sia conseguenza della mancata colazione o delle calorie in eccesso.

Obiettivo della Dott.ssaDaniela Jakubowicz (Tel Aviv, Israele) coll. è stato quello di valutare l'effetto di una mancata prima colazione sulla glicemia dopo un pranzo e una cena isocalorici (700 kcal) in pazienti diabetici. Si tratta di uno studio, pubblicato recentemente sulla rivista Diabetes Care (1), randomizzato, in aperto, in crossover, nel quale sono stati arruolati 26 pazienti con DMT2 dei quali però solo 22 hanno completato il percorso. Avevano 56,9 ± 1,0 anni e una durata di malattia di 8,4 ± 0,7 anni, un’HbA1c 7,7 ± 0,1% (61 ± 0,8 mmol/mol) ed erano in sovrappeso o obesi, con un BMI medio di 28,2 ± 0,6 kg/m2. I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a due giorni di test: una giornata con la colazione, il pranzo e la cena (YesB) e un’altra con il pranzo e la cena, ma senza colazione (NOB). Sono stati valutati glicemia plasmatica postprandiale, insulina, C-peptide, acidi grassi liberi (FFA), glucagone e glucagone-like peptide-1 intatto (iGLP-1). Rispetto allo YesB, nel giorno NOB nel periodo del pranzo l’AUC per 0-180 min (AUC 0-180) per glicemia, FFA, e glucagone è stato superiore del 36,8, 41,1 e 14,8%, rispettivamente, mentre l'AUC 0-180 per insulina e iGLP -1 era il 17 e il 19% in meno, rispettivamente (p <0,0001). Allo stesso modo, per quanto riguarda la cena, l’AUC 0-180 per glicemia, FFA, e glucagone era superiore del 26,6, 29,6 e 11,5%, rispettivamente, e l'AUC 0-180 per insulina e iGLP-1 era 7,9% e il 16,5% in meno nel giorno NOB rispetto al giorno YesB (p <0.0001). Inoltre, il picco di insulina è stato ritardato di 30 minuti dopo il pranzo e la cena del giorno NOB rispetto al giorno YesB.

In conclusione, saltare la colazione aumenta la PPHG dopo pranzo e cena, riduce iGLP-1 e peggiora la risposta insulinica. Questo studio mostra un’influenza a lungo termine della colazione sulla regolazione della glicemia nei pazienti diabetici che persiste per tutta la giornata. Quindi, consumare la colazione potrebbe essere una strategia di successo per ridurre la PPHG nel DMT2.

 

1)Diabetes Care 2015;38:1820-6

PubMed


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