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L’empagliflozin riduce la mortalità e le ospedalizzazioni anche nei soggetti senza storia di insufficienza cardiaca

A cura di Riccardo Candido

21 marzo 2016 (Gruppo ComunicAzione) – Lo studio EMPA-REG OUTCOME ha recentemente dimostrato che il trattamento con l’SGLT2 inibitore, empagliflozin, aggiunto alla terapia standard riduce il rischio di eventi cardiovascolari, morte cardiovascolare e per tutte le cause e ospedalizzazione per insufficienza cardiaca nei pazienti con diabete tipo 2 ad alto rischio cardiovascolare. Resta il dubbio se tali risultati sarebbero stati gli stessi in una popolazione senza insufficienza cardiaca al basale e quindi a più basso rischio cardiovascolare.

In una sottoanalisi dello studio EMPA-REG, recentemente pubblicata sulla rivista scientifica European Heart Journal, dei 7020 pazienti studiati 706 (10,1%) avevano una insufficienza cardiaca al basale. I pazienti con storia di scompenso cardiaco erano mediamente più anziani, con un peso e un BMI più elevati, con maggior frequenza avevano insufficienza renale, storia di infarto miocardico o fibrillazione atriale. In aggiunta, erano più frequentemente trattati con insulina, beta-bloccanti, diuretici, ACE-inibitori/sartani e antagonisti recettoriali dei mineralcorticoidi. L’incidenza di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca, morte cardiovascolare e per tutte le cause erano da 2 a 6 volte maggiori nei pazienti con insufficienza cardiaca al basale rispetto ai pazienti senza storia di scompenso cardiaco. Tuttavia, la riduzioni della mortalità cardiovascolare o per tutte le cause e di ricovero per scompenso, con empagliflozin, erano uniformemente osservate nei pazienti con e senza insufficienza cardiaca al basale, ad indicare l’efficacia del trattamento su “hard end-point” anche in soggetti a rischio meno elevato.

In conclusione, nei pazienti con diabete tipo 2 e ad alto rischio cardiovascolare, l’empagliflozin riduce l’ospedalizzazione per insufficienza cardiaca e la mortalità, con un vantaggio consistente sia nei pazienti con che in quelli senza insufficienza cardiaca al basale.

 

Eur Heart J. 2016 Jan 26. [Epub ahead of print]

PubMed


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