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Lipodistrofie e fattori di rischio associati nei pazienti diabetici insulino-trattati

A cura di Sandro Gentile e Felix Strollo per il Gruppo AMD: Terapia iniettiva

1 febbraio 2016 (Gruppo ComunicAzione) – La lipodistrofia (LD) è una complicanza della terapia insulinica nota da molto tempo ed esistono numerose evidenze sul rapporto tra LD e scarso controllo metabolico; recentemente Mo’men Al Ajlouni (Giordania) e coll. hanno pubblicato un lavoro sulla rivista Int J Endocrinol Metab (1) su una casistica di 1090 diabetici di tipo 2 insulino-trattati circa la frequenza di lipodistrofia (LD), argomento spesso trascurato dai diabetologi e dai loro team.

I risultati di questo studio confermano una prevalenza del 37,3% di LD e una significativa associazione tra LD e una serie di parametri quali il sesso femminile, basso livello culturale, alto BMI, lunga durata della terapia del diabete e durata della terapia insulinica, uso di aghi più lunghi (8-12 mm) e – in particolare – mancanza di rotazione dei siti di iniezione. Gli autori sottolineano che la variabilità nella prevalenza di LD in diversi studi può essere correlata alla mancanza di un esame sistematico delle sedi di iniezione nei diabetici insulino-trattati. Va tuttavia sottolineato che tale variabilità può essere dovuta anche ad altri fattori, ad esempio all’esperienza del medico o dell’infermiere e alla mancanza di una metodologia chiara e validata su come cercare le LD, visto che tali lesioni presentano caratteristiche morfologiche piuttosto variabili per dimensioni, consistenza e sporgenza dal piano della pelle.

A tal proposito, vanno ricordati i dati di un’esperienza del nostro gruppo AMD Terapia iniettiva, sottomessi per la pubblicazione a PLOS One (Reasons Behind Incorrect Insulin Injection Habits and a Suitable Method to Identify Hidden Lipohypertrophic Lesions. Gentile S, Strollo F, Guarino G, Giancaterini A, Guida P, Strauss K; on behalf of the AMD-OSDI Italian Study Group on Injection Technique), condotta da 4 operatori sanitari esperti e 4 non esperti che hanno cercato le LD cutanee in 60 casi di soggetti diabetici che presentavano tali lesioni precedentemente accertate mediante ecografia; i risultati di tale studio hanno evidenziato come la capacità diagnostica differisce significativamente tra i due gruppi di investigatori e ed è influenzata dalle caratteristiche morfologiche delle LD.

Un fattore estremamente importante per la formazione di LD è anche il riutilizzo più volte lo stesso ago. L’insulina iniettata in aree di LD provoca una elevata frequenza degli episodi ipoglicemici inspiegabili e grande variabilità glicemica impossibile da eliminare anche cambiando lo schema di trattamento con insulina (2,3). Poiché il training educativo dei pazienti sulle tecniche di iniezione in individui con LD si è dimostrato efficace nel ridurre in modo significativo queste alterazioni cutanee e le loro conseguenze metaboliche, è consigliabile cercarle sistematicamente nei diabetici insulino-trattati e nei soggetti con ipoglicemia frequenti e/o ampia variabilità glicemica inspiegabili e riaddestrare i pazienti.

Il secondo punto che merita una riflessione sul lavoro di Al Ajlouni è la classificazione di lipodistrofia in tre gradi; nella descrizione di lipodistrofia sono messi insieme lipoipertrofia (LH) (grado 1 e 2) con lipoatrofia (LA) (grado 3) e tutti sono definiti come lipoipertrofia. LA è una lesione cicatriziale atrofica del tessuto adiposo e le due lesioni cutanee, LH e LA presentano patogenesi molto diverse. LH è provocata principalmente da fattori meccanici come il riutilizzo dell’ago e la non rotazione delle sedi di iniezione di insulina, come pure dell’insulina come fattore di crescita, mentre le LA sarebbe associata con fattori immuno-allergici e infiammatori locali e/o l’uso di preparati di insulina scarsamente purificati. Una distinzione particolarmente importante dal punto di vista clinico, perché l’insulina iniettata nelle aree di LA ha potenzialmente molta più possibilità di pungere il tessuto muscolare e causare gravi ipoglicemie.

 

1) Int J Endocrinol Metab 2015;13(2):e20776. eCollection 2015

PubMed

2) Diabetes Metab 2013;39:445-53

PubMed

3) Acta Diabetol 2011;48:121-5

PubMed


AMD segnala articoli della letteratura internazionale la cui rilevanza e significato clinico restano aperti alla discussione scientifica e al giudizio critico individuale. Opinioni, riflessioni e commenti da parte degli autori degli articoli proposti non riflettono quindi posizioni ufficiali dell’Associazione Medici Diabetologi.