L’ipoglicemia grave aumenta la mortalità soprattutto nei pazienti con diabete di tipo 2
11 settembre 2015 (Congresso Medico) – L’ipoglicemia rappresenta un effetto collaterale comune di numerosi farmaci utilizzati nella cura del diabete mellito. Scopo di uno studio osservazionale recentemente pubblicato sulla rivista BMJ Open Diab Res Careè stato quello di valutare le caratteristiche dei pazienti con diabete che presentavano un episodio di ipoglicemia grave e indagare la mortalità a 12 mesi e i fattori ad essa correlati in tali pazienti. A tal fine sono state analizzate tutte le chiamate, per ipoglicemia, al servizio di emergenza tra il 2005 e il 2013 in un’area geografica che vedeva 34.000 pazienti con diabete residenti. Sono state poi raccolte le caratteristiche cliniche dei pazienti, assieme alla glicemia capillare, all’emoglobina glicata e al trattamento ipoglicemizzante in atto. In aggiunta è stata valutata la mortalità a 12 mesi nei pazienti con ipoglicemia grave e le variabili cliniche che influenzavano la sopravvivenza.
Milleottocentotrentacinque episodi di ipoglicemia grave si sono verificati in 1156 pazienti, il 45% dei quali aveva un diabete di tipo 1 (68,2% maschi), mentre il 44% un diabete di tipo 2 (49,4% maschi), con una minima percentuale nella quale non era possibile classificare il tipo di diabete. La glicemia capillare media al momento dell’episodio ipoglicemico era di 36 ± 13 mg/dl nei pazienti con diabete tipo 1 e 35 ± 12 nei pazienti con diabete di tipo 2 (p <0,0001), con un’HbA1c significativamente maggiore nel primo gruppo (8,3 ± 1,52%, pari a 67,5 ± 16,4 mmol/mol) rispetto al secondo (7,8 ± 1,74% pari a 61,6 ± 19 mmol/mol) (p <0,0001). Un terzo dei pazienti con diabete di tipo 2, che aveva presentato un episodio di ipoglicemia grave, non era in terapia insulinica e questi presentavano valori di HbA1c più bassi rispetto ai pazienti in trattamento insulinico. Il glucagone era utilizzato nel 37% dei pazienti con diabete di tipo 1 e nel 28% dei pazienti con diabete di tipo 2 (p <0,0001). La mortalità a un anno era del 4,45% nel diabete di tipo 1 e del 22,1% nel diabete di tipo 2. L’età e il tipo di diabete erano predittivi di mortalità nell’analisi multivariata, mentre i livelli di glicemia capillare e la frequenza degli episodi ipoglicemici non avevano alcuna correlazione.
In conclusione, sulla base dei risultati di questo studio, l’ipoglicemia grave in una popolazione di soggetti con diabete è più frequente nei maschi con diabete mellito tipo 1. Nei pazienti con diabete tipo 2 non in trattamento insulinico si associa a valori più bassi di HbA1c rispetto a quanto osservato nei soggetti in terapia insulinica. L’ipoglicemia grave è associata a un aumento della mortalità a 12 mesi, soprattutto nel diabete di tipo 2.
Questo studio pur confermando che in generale gli episodi di ipoglicemia severa siano più frequenti nei soggetti con diabete di tipo 1, evidenzia come essi siano molto più pericolosi nei soggetti con diabete tipo 2, richiamando ancora una volta all’attento utilizzo nella pratica clinica di farmaci ipoglicemizzanti gravati dal rischio ipoglicemico e suggerendo la opportunità di prediligere trattamenti che non sono gravati da questo rischio.
BMJ Open Diabetes Res Care 2015 Jun 30;3(1):e000094
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