Skip to content

L’ipoglicemia in ospedale: un’analisi retrospettiva del rischio

Punti chiave

Domanda: Quanto rischiano l’ipoglicemia i pazienti diabetici ricoverati?

Risultati: Questo studio ha preso in esame i dati relativi a circa 18.000 pazienti diabetici ricoverati presso un grande ospedale universitario di Oxford ed evidenzia come gli episodi di ipoglicemia siano presenti in circa un paziente su due, come l’incidenza di tali episodi resti alta per i primi 4 giorni di ricovero, come siano più a rischio alcune ore della giornata e come siano a più elevato rischio i pazienti in terapia insulinica intensiva.

Significato: Lo studio offre uno spunto di riflessione sulla necessità in corso di ricovero di personalizzare la terapia dietologica con la finalità di ridurre l’incidenza di episodi ipoglicemici, soprattutto in particolari tipologie di pazienti a maggior rischio di ipoglicemia.


A cura di Alessandra Clerico

13 luglio 2020 (Gruppo ComunicAzione) – In uno studio condotto da Yue Ruan (Oxford Centre for Diabetes, Endocrinology and Metabolism, Oxford University, UK) e coll. è stato analizzato il database dell’Oxford University Hospital NHS Foundation Trust contenente i dati relativi a pazienti ricoverarti per i quali compare sulla scheda di ricovero la diagnosi di diabete.

I ricercatori hanno analizzato i dati ottenuti da 17.658 ricoveri di pazienti con diagnosi di diabete tra luglio 2014 e agosto 2018 (1696 con diabete tipo 1, 14.006 con diabete tipo 2 e 1956 con altre forme di diabete; 9277 uomini; età media 66 anni ± 18 anni). Per la valutazione dell’ipoglicemia hanno utilizzato la suddivisione in due livelli: ipoglicemia di livello 1 per episodi con valori di glucosio riscontrati inferiori a 72 mg/dl (<4 mmol/l) e ipoglicemia di livello 2 per episodi con valori di glucosio riscontrati inferiori a 54 mg/dl (<3 mmol/l). Due o più episodi di ipoglicemia consecutivi rilevati nell’arco temporale di 2 ore sono stati considerati dagli autori come singolo episodio ipoglicemico.

L’incidenza del livello 1 di ipoglicemia è stata del 21,5% mentre l’incidenza del livello 2 è stata del 9,6%.
L’ipoglicemia di grado 1 e l’ipoglicemia di grado 2 erano presenti rispettivamente nel 51 e nel 39% dei ricoveri ospedalieri di pazienti con diagnosi di diabete tipo 2 con almeno un episodio di ipoglicemia e rispettivamente nel 55 e nel 45% nei pazienti con diabete tipo 1.

L’incidenza dell’ipoglicemia di livello 2 nei pazienti con diabete tipo 2, dopo correzione per il numero di soggetti che rimanevano ricoverati, restava costante per le prime 100 ore di ricovero ed era pari a 0,15 eventi/per ora/per ricovero. In relazione invece alla distribuzione degli episodi di ipoglicemia durante le ore della giornata, dopo correzione per il numero di rilievi glicemici effettuati per ora, si osservavano due chiari picchi nel numero di ipoglicemie approssimativamente attorno alle 3 ore dopo il pranzo e alle 3 ore dopo la cena. Il rapporto più elevato tra ipoglicemia e rilievi glicemici è stato osservato tra 1 e 5 ore. I farmaci hanno mostrato un impatto significativo sull’incidenza di ipoglicemia di livello 2, andando dall’1,5% in soggetti diabetici in terapia con sola metformina al 33% in soggetti trattati con analoghi dell’insulina ad azione rapida o lenta o trattati con insulina per via endovenosa.

Questa analisi retrospettiva dei dati provenienti dai ricoveri ospedalieri permette ai clinici di ottenere una maggiore consapevolezza dell’incidenza e della distribuzione degli episodi di ipoglicemia in corso di ricovero ospedaliero.
Le informazioni che si possono trarre dallo studio potrebbero servire per migliorare il controllo glicemico durante il ricovero ospedaliero attraverso l’impostazione di una terapia farmacologica personalizzata per particolari tipologie di pazienti a maggior rischio di ipoglicemia.


Diabetologia 2020;63(7):1299-304

Pubmed


AMD segnala articoli della letteratura internazionale la cui rilevanza e significato clinico restano aperti alla discussione scientifica e al giudizio critico individuale. Opinioni, riflessioni e commenti da parte degli autori degli articoli proposti non riflettono quindi posizioni ufficiali dell’Associazione Medici Diabetologi.