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L’obesità grave nei giovani ad alto rischio correla direttamente con una maggiore incidenza di diabete tipo 2

Highlights ADA 2017

A cura di Enrico Pergolizzi

28 giugno 2017 (Gruppo ComunicAzione) – Nel corso delle 77th Scientific Sessions dell’ADA, tenutesi a San Diego (California; USA), sono stati presentati i risultati dello studio “Long-term Risk of Type 2 Diabetes in Youth with Increasing Severity of Obesity”, secondo i quali il rischio di sviluppare il diabete tipo 2 (DMT2) all’età di 20 anni era ben 12 volte più elevato nei bambini indiani d’America con obesità severa tra i 5 e 9 anni di età rispetto a quelli normopeso nella stessa fascia di età.

L’obesità è un grave problema di salute tra i giovani, soprattutto nelle popolazioni ad alto rischio di sviluppare DMT2. Studi precedenti sull’obesità nei giovani hanno riportato una relazione forte tra l’indice di massa corporea (BMI) e la successiva incidenza di DMT2 negli adulti e negli adolescenti. Tuttavia, tali studi non hanno mai valutato il rischio a lungo termine nei giovani con grado di BMI estremamente elevato, che al giorno d’oggi sono sempre più frequenti.

I dati dello studio e i risultati

Lo studio longitudinale presentato all’ADA ha valutato il rischio di sviluppare DMT2 e altre anomalie metaboliche in una popolazione a elevato rischio, quali i giovani indiani obesi e gravemente obesi dell’area sudoccidentale degli Stati Uniti.

È stata calcolata l’incidenza di DMT2 in 2728 bambini non diabetici di età compresa tra 5-9 anni e in un gruppo parzialmente sovrapponibile di 4317 giovani di età compresa tra i 10 e i 17 anni. Sono stati seguiti fino all’età di 45 anni o fino all’insorgenza del DMT2. I percentili di BMI età-sesso specifici sono stati definiti secondo i grafici di crescita dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitensi.

L’obesità veniva definita come un valore uguale o superiore a un cut-point specifico come il 95° percentile di BMI. I tassi di incidenza di DMT2 sono risultati aumentati in maniera direttamente proporzionale alla gravità dell’obesità.

Nella fascia di età 5-9 anni, i bambini con BMI almeno il 40% oltre il cut-point che definisce l’obesità avevano tassi di incidenza di DMT2 12 volte superiore all’età di 20 anni, e 3 volte all’età di 45 anni, rispetto ai bambini non obesi e con valore di BMI al centro del grafico di crescita del BMI stesso.

Risultati simili si sono osservati anche nel gruppo di giovani di età 10-17 anni, al basale.

Commenti e prospettive

“In passato, abbiamo scoperto che l’indice di massa corporea nei giovani era un forte predittore di diabete tipo 2, ma non abbiamo valutato i tassi di incidenza di diabete tipo 2 in quelli con obesità grave, che oggi è prevalente. Non sapevamo se i tassi di incidenza tra gli obesi raggiungessero il valore massimo tra quelli con un BMI estremamente elevato” ha dichiarato l’autore dello studio Madhumita Sinha, MD, MHSM, della Diabetes Epidemiology and Clinical Research Section del National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases (NIDDK) presso il National Institutes of Health (NIH) di Phoenix, Arizona (USA).“Questo studio dimostra chiaramente che il rischio di sviluppare il DMT2 è associato con il BMI, soprattutto per gradi estremamente elevati”.

“I genitori e gli operatori sanitari dovrebbero essere consapevoli del rischio futuro di diabete tipo 2 correlato all’obesità nei giovani, soprattutto quando i gradi più severi dell’obesità diventano prevalenti”, ha spiegato Sinha. Che ha aggiunto: “I risultati della nostra analisi sottolineano l’importanza di sviluppare strumenti efficaci per prevenire o trattare l’obesità giovanile; bisognerebbe anche ben studiare gli altri fattori di rischio per diabete tipo 2 nei giovani e le loro interazioni con l’obesità”.


AMD segnala articoli della letteratura internazionale la cui rilevanza e significato clinico restano aperti alla discussione scientifica e al giudizio critico individuale. Opinioni, riflessioni e commenti da parte degli autori degli articoli proposti non riflettono quindi posizioni ufficiali dell’Associazione Medici Diabetologi.