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Monitoraggio continuo del glucosio a scansione intermittente nel diabete tipo1

Punti chiave

Domanda: Nelle persone con diabete tipo 1, rispetto allo stick glicemico capillare, il monitoraggio continuo del glucosio a scansione intermittente è vantaggioso?

Risultati: Nelle persone con diabete tipo 1 e livelli elevati di emoglobina glicata, l’uso del monitoraggio continuo del glucosio a scansione intermittente con allarmi opzionali per livelli ematici alti/bassi di glucosio ha portato a livelli di emoglobina glicata significativamente inferiori rispetto a quelli rilevati dal test glicemico capillare, come emerso in uno studio recentemente pubblicato sul New England Journal of Medicine.

Significato: Lo sviluppo di sistemi di monitoraggio continuo del glucosio ha consentito il monitoraggio dei livelli di glucosio senza ricorrere al test glicemico capillare tradizionale dal dito. Sono stati e sono ancora necessari studi per valutare l’efficacia del monitoraggio continuo della glicemia a scansione intermittente con allarmi opzionali nelle persone con diabete tipo 1, in particolare in quelle con livelli di emoglobina glicata elevati e a rischio di complicanze che trarrebbero il massimo beneficio dalla riduzione della glicemia.


A cura di Gemma Frigato

23 novembre 2022 (Gruppo ComunicAzione) – I potenziali vantaggi del monitoraggio continuo della glicemia a scansione intermittente rispetto all’uso del controllo glicemico capillare (SMBG) sono stati dimostrati in uno studio (FLASH-UK) multicentrico, randomizzato e controllato a gruppi paralleli che ha coinvolto partecipanti con diabete tipo 1 e livelli di HbA1c compresi tra 7,5 e 11,0%.

L’endpoint primario dello studio, recentemente pubblicato sul New England Journal of Medicineera il livello di HbA1c a 24 settimane, analizzato secondo il principio intention-to-treatGli endpoint secondari predefiniti includevano il livello di HbA1c a 12 settimane e la percentuale di persone con HbA1c ≤7,0%, quella con HbA1c ≤7,5% e una riduzione dell’HbA1c pari almeno allo 0,5% o almeno all’1% a 12 e 24 settimane.

Gli endpoint predefiniti basati sui dati del sensore e calcolati nelle ultime 2 settimane di follow-up includevano la percentuale di tempo in cui la misurazione glicemica del sensore era nell’intervallo target da 70 a 180 mg/dl (da 3,9 a 10,0 mmol/l), la durata di ipo- e iperglicemia, il livello medio e la variabilità del glucosio.

Un totale di 156 partecipanti è stato assegnato in modo casuale in rapporto 1:1 al monitoraggio continuo del glucosio a scansione intermittente (gruppo di intervento, 78 partecipanti) o a monitorare i propri livelli di glucosio nel sangue con il test glicemico capillare (gruppo di cura abituale, 78 partecipanti). Al basale, l’età media dei partecipanti era di 44 anni, la durata media del diabete di 21 anni e il 44% erano donne.

Il livello di HbA1c media al basale era dell’8,7% nel gruppo di intervento e dell’8,5% nel gruppo di terapia abituale, scesi rispettivamente al 7,9 e all’8,3% dopo 24 settimane (differenza media aggiustata tra i gruppi, -0,5%; p <0,001).

L’effetto del monitoraggio continuo della glicemia a scansione intermittente sui livelli di HbA1c ha mostrato una percentuale più elevata di soggetti nel gruppo di intervento con un livello di HbA1c ≤7,5% (odds ratio aggiustato [aOR] 2,47) e una maggiore percentuale nel gruppo di intervento con una riduzione dell’HbA1cpari almeno allo 0,5% o più (aOR 4,74) o ad almeno l’1,0% (aOR 4,30).

Il tempo giornaliero in cui il livello di glucosio era nell’intervallo target era del 9,0% più elevato (130 minuti) nel gruppo di intervento rispetto al gruppo di terapia abituale e il tempo trascorso in uno stato ipoglicemico (livello di glucosio <70 mg/dl [<3,9 mmol/l]) era inferiore del 3,0% (43 minuti) nel gruppo di intervento.

Due partecipanti nel gruppo terapia abituale hanno avuto un episodio di grave ipoglicemia e un partecipante nel gruppo di intervento ha avuto una reazione cutanea al sensore.


N Engl J Med 2022 Oct 20;387(16):1477-87

PubMed


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