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Prediabete e rischio di cancro: una metanalisi

A cura del Gruppo AMD: Diabete e tumori

16 gennaio 2015 (Congresso Medico) – “Prediabete” è un termine che gli Standard italiani per la Cura del Diabete Mellito 2014 consigliano esplicitamente di evitare, suggerendo di definire con precisione i vari tipi di disglicemia: alterata glicemia a digiuno o impaired fasting glucose (IFG), ridotta tolleranza al glucosio o impaired glucose tolerance (IGT) e valori di HbA1c compresi tra 42 e 48 mmol/mol (6,00-6,49%).

Il Dott. Yi Huang e coll., in una metanalisi recentemente pubblicata su Diabetologia (1), con il termine di “prediabete” dichiarano di volersi riferire in modo generico a quella fase intermedia fra normoglicemia e diabete mellito conclamato. Lo studio raccoglie i dati di 891.426 partecipanti provenienti da 16 studi di coorte prospettici, in cui peraltro la popolazione asiatica rappresentava il 57,3% dei casi. L’analisi condotta da questo gruppo cinese suggerisce che la condizione di prediabete (o disglicemia) è significativamente associata a un aumentato rischio di carcinoma di stomaco, colon-retto, fegato, pancreas, mammella ed endometrio, mentre non risulta esservi una associazione con le neoplasie dell’apparato respiratorio, prostata, ovaio, rene o vescica. In particolare, le sedi più colpite sono fegato, endometrio, stomaco e colon-retto, con un rischio relativo più alto per le popolazioni asiatiche rispetto a quelle non asiatiche. L’aumento del rischio oncologico complessivo legato a “prediabete” è risultato quantificabile con un rischio relativo pari a 1,15 (RR 1,15, IC 95% 1,06, 1,23).

Quali i meccanismi che uniscono iperglicemia e cancro? E’ una domanda che anche gli autori della metanalisi si sono posti, avanzando – come risposta – l’ipotesi che un’azione cancerogena potrebbe essere legata a diversi fattori: iperglicemia cronica, stress ossidativo, accumulo di prodotti di glicazione avanzata, insulino-resistenza con iperinsulinemia compensatoria, aumento dei livelli di IGF-1. Da non trascurare, infine, la carenza del recettore nucleare coactivator 5, che può aumentare sia la suscettibilità sia l’intolleranza al glucosio.

Vari studi epidemiologici hanno dimostrato che il diabete aumenta l’incidenza e la mortalità del cancro in generale, e c’è chi ha proposto di iniziare a considerare il cancro come una complicanza del diabete. Questa metanalisi sposta l’attenzione per le medesime problematiche oncologiche a stati ancor più precoci rispetto al diabete conclamato. L’importanza di tale dato appare del tutto evidente se consideriamo che nella popolazione degli Stati Uniti di età ≥18 anni, la prevalenza di “prediabete” corretta per età è aumentata dal 29,2% nel 1999-2002 al 36,2% nel periodo 2007-2010.

Se dunque anche il prediabete è stato associato ad un aumentato rischio di cancro, è quanto mai importante implementare i programmi di screening e attivare strategie di modifica dello stile di vita e di prevenzione efficaci, che permettano di ridurre i rischi sul versante metabolico, cardiovascolare e anche – non ultimo– oncologico.

 

1) Diabetologia 2014;57(11):2261-9

PubMed


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