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Predittori di progressione della malattia renale in un’ampia coorte contemporanea di persone con diabete tipo 1

A cura di Eugenio Alessi

17 dicembre 2019 (Gruppo ComunicAzione) – Non è semplice determinare il rischio di malattia renale cronica, sia a livello di popolazione che a livello individuale. Differenti analisi suggeriscono che ci sia stata una riduzione dei tassi di incidenza di malattia renale terminale (ESRD, end-stage renal disease) nelle ultime decadi, ma altre evidenze non mostrano un analogo declino per gli stadi iniziali della patologia.

Obiettivo dello studio recentemente pubblicato da Marco Colombo (Usher Institute of Population Health Sciences and Informatics, University of Edinburgh, UK) e coll. su Diabetologia era quello di descrivere i livelli e i predittori del declino del tasso presunto di filtrazione glomerulare (eGFR, estimate glomerular filtration rate) in un’ampia popolazione di persone con diabete tipo 1. Sono stati valutati 5777 pazienti di età superiore ai 16 anni e con diagnosi posta prima dei 50 anni, inseriti fra il 2010 e il 2013 in una coorte di studio rappresentativa della popolazione adulta con diabete tipo 1 in Scozia, con dosaggio della creatinina plasmatica e del rapporto albumina/creatinina urinario (ACR, albumin/creatinine ratio) al reclutamento, linkando i dati in maniera retrospettiva e prospettica a quelli del registro elettronico sanitario nazionale per il diabete.

L’età mediana della popolazione (per il 43,3% donne) era 44,1 anni, la durata di malattia era di 20,9 anni. La lunghezza dell’osservazione retrospettiva era in media di 5,4 anni, quella dell’osservazione prospettica 5,0 anni. Solo il 6,7% della popolazione aveva al momento del reclutamento una malattia renale cronica allo stadio G3 (eGFR <60 ml/min), incluso lo 0,7% con ESRD. Il 64% era allo stadio G1 (eGFR >90 ml/min) e il 29,3% allo stadio G2 (eGFR 60-90 ml/min). La prevalenza di albuminuria era bassa, con l’8,6% della popolazione con microalbuminuria e il 3,0% con macroalbuminuria. La maggior parte (65,3%) dei pazienti allo stadio G3 e quasi un terzo (28,6%) dei pazienti allo stadio G4 non aveva albuminuria al reclutamento o in precedenza e il 62,4% della popolazione non assumeva terapia antipertensiva.

Il tasso d’incidenza di ESRD nell’intera popolazione era di 2,5 (IC 95% 1,9-3,2) per 1000 persone-anno negli oltre 11 anni di osservazione, ma era di 5 (IC 95% 2,5-9) per 1000 persone-anno nei soggetti con microalbuminuria e di 54,9 (IC 95% 38,6-75,6) per 1000 persone-anno in presenza di macroalbuminuria. Il declino mediano annuo di eGFR era modesto, -1,3 ml/min per anno, ma il 14% della popolazione presentava una progressione più rapida della malattia renale, con un declino maggiore di 3 ml/min per anno. I “declinatori” rapidi erano lievemente più giovani, in misura maggiore donne, con minore età alla diagnosi e minor durata di diabete rispetto ai soggetti con eGFR stabile. Nonostante la forte associazione della progressione della malattia renale cronica con l’albuminuria, la maggior parte dei “declinatori” rapidi era normoalbuminurico. Correggendo per età, sesso e durata del diabete i “declinatori” rapidi presentavano un tasso maggiore di malattia cardiovascolare (OR 1,9, p <0,001) e retinopatia (OR 1,3, p = 0,02), anche coloro con eGFR >60 ml/min. Sono stati testati differenti modelli predittivi di rapida progressione della malattia renale: quello che massimizzava la predizione dell’eGFR finale includeva età, sesso, durata del diabete, eGFR corrente, ACR, HbA1c, pregressa malattia cardiovascolare, media recente (2 anni) dell’eGFR e precedente traiettoria dell’eGFR, mentre aggiungere altre variabili ed elementi di non linearità non aumentava la predittività.

Posti i limiti dello studio esplicitamente riconosciuti, ovvero la lunghezza dell’osservazione ancora limitata e l’utilizzo, a parte il momento del reclutamento, di misure d eGFR ottenute da cartelle elettroniche real-world, gli autori concludono che, nella popolazione in esame, la maggior parte delle persone con diabete tipo 1 presentano un eGFR stabile o con declino lento, con bassa prevalenza di malattia renale cronica negli stadi avanzati e di albuminuria, in contrasto rispetto a osservazioni più datate, ma in accordo a evidenze più recenti in studi statunitensi ed europei. Ciononostante, una consistente fetta della popolazione presenta una più veloce progressione della malattia renale, associata a un rischio più elevato di malattia cardiovascolare e altre complicanze, anche in età giovane e con eGFR >60 ml/min, il che rende importante, anche se non semplice, la precoce identificazione di coloro che sono destinati ad andare incontro a un declino più rapido della funzione renale, tenendo in considerazione, fra le altre cose, anche le medie delle misure recenti di eGFR e la sua traiettoria.


Diabetologia, published online: 05 December 2019

PubMed


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