Skip to content

SGLT2i e GLP1-RA a confronto: studio real world sugli outcome vascolari

Punti chiave

Domanda: I grandi trial sugli outcome cardiovascolari recentemente pubblicati hanno evidenziato il ruolo fondamentale degli SGLT2 inibitori e dei GLP1-RA nella prevenzione nei soggetti con diabete tipo 2. Qual è la classe che nel confronto diretto ottiene i migliori risultati in termini di prevenzione dei ricoveri per infarto, per ictus e per scompenso cardiaco in soggetti con diabete tipo 2 con e senza pregresso evento CV?

Risultati: Uno studio osservazionale ha mostrato una riduzione del 30% dei ricoveri per scompenso cardiaco nei pazienti trattati con SGLT2i vs. GLP1-RA; una riduzione del 10%, sempre a favore delle gliflozine, dei ricoveri per infarto e ictus nei pazienti con pregresso evento CV; nessuna differenza significativa tra le due classi nei ricoveri per infarto e ictus nei diabetici senza pregresso evento CV.

Significato: I provenienti dal real world confermano quanto espresso dalle più recenti linee-guida, comprese quelle prodotte dalle nostre società scientifiche, in merito al posizionamento adeguato di tali classi farmacologiche nel trattamento delle persone con diabete tipo 2 a elevato rischio cardiovascolare*


A cura di Marcello Monesi

25 ottobre 2021 (Gruppo ComunicAzione) – Le solide evidenze scaturite dai trial di outcome cardiovascolare degli ipoglicemizzanti appartenenti alla classe dei GLP1-RA e degli SGLT2 inibitori (SGLT2i) hanno ridisegnato lo scenario della terapia per il diabete tipo 2. Le linee-guida internazionali, tra cui spiccano per rigore metodologico quelle recentemente prodotte da AMD e SID, raccomandano come scelta prioritaria le due classi di farmaci nei pazienti con pregresso evento cardiovascolare: non sono però molto frequenti gli studi di confronto diretto tra tali molecole, soprattutto per quanto riguarda gli outcome cardio e cerebrovascolari.

Uno studio di real world evidence, recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista Annals of Internal Medicine, si è proposto di valutare se gli SGLT2i e i GLP1-RA siano associati a un diverso beneficio nei soggetti con diabete tipo 2 con e senza pregresso evento cardiovascolare. A tale scopo è stato valutato un database clinico statunitense costituito da oltre 370.000 persone con diabete tipo 2 a cui è stato prescritto, nel periodo aprile 2013 e dicembre 2017, un SGLT2i (canagliflozin, dapagliflozin, empaglifozin) o un GLP1-RA (albiglutide, dulaglutide, exenatide o liraglutide). Attraverso la tecnica del propensity score matching i ricercatori hanno suddiviso la popolazione in studio in sottogruppi (pazienti con e senza evento per ognuna delle classi farmacologiche), analizzando quali outcome primari il ricovero per infarto miocardico, per ictus e per scompenso cardiaco.

Confrontando le due classi farmacologiche, per quanto riguarda infarto miocardico e ictus nei pazienti con pregresso evento si è osservato un lieve vantaggio per gli SGLT2i (HR 0.90, IC 95% 0,82-0,98); sostanziale pareggio tra le due classi nei pazienti senza pregresso evento (HR 1,07, IC 95% 0,97-1,18). Non sorprendentemente sul versante dello scompenso cardiaco si è evidenziato un chiaro vantaggio per gli SGLT2i con HR pari a 0,71 (IC 95% 0,64-0,79) e 0,69 (IC 95% 0,56-0,85) rispettivamente nei pazienti con e senza pregresso evento CV. Tuttavia, anche in questi pazienti è stato possibile rilevare un moderato ruolo protettivo conferito dalla terapia con GLP1-RA.

Il gruppo di ricercatori, guidati da Elisabetta Patorno del Brigham and Women’s Hospital and Harvard Medical School (Boston, MA; USA) affermano che i risultati del loro studio osservazionale retrospettivo sono importanti in quanto suggeriscono un ruolo simile delle due classi farmacologiche nella prevenzione dell’infarto e dello ictus, valorizzando la migliore efficacia degli SGLT2i nel trattamento dello scompenso cardiaco e confermando quanto già indicato dalle linee-guida.


Ann Intern Med. 2021 Sep 28. Epub ahead of print. PMID: 34570599

Pub Med

 


AMD segnala articoli della letteratura internazionale la cui rilevanza e significato clinico restano aperti alla discussione scientifica e al giudizio critico individuale. Opinioni, riflessioni e commenti da parte degli autori degli articoli proposti non riflettono quindi posizioni ufficiali dell’Associazione Medici Diabetologi.