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Siamo certi che il riutilizzo dell’ago da insulina risponda a logiche di sicurezza e appropriatezza?

A cura di Sandro Gentile per il Gruppo AMD-OSDI Tecniche Iniettive

2 dicembre 2016 (Gruppo ComunicAzione) – Recentemente, Edurne Zabaleta-Del-Olmo (Barcellona; Spagna) e coll. hanno pubblicatouna metanalisi sul riutilizzo dello stesso ago per iniezione di insulina da parte di persone diabetiche (1). Il lavoro è ben strutturato ma non è scevro da criticità. In realtà, solleva un reale problema pratico, perché molte persone con diabete spesso riutilizzano aghi monouso per l’iniezione di insulina per via sottocutanea.

Gli autori hanno voluto identificare, valutare criticamente e sintetizzare le evidenze disponibili circa la sicurezza di tale pratica. I lavori analizzati sono stati ottenuti da fonti quali MEDLINE (via PubMed), CINAHL (via EBSCO), Scopus, Web of Science, Cochrane Central Register of Controlled Trials e Open Grey, dal loro inizio fino a dicembre 2015, senza restrizioni di lingua. Sono stati selezionati studi epidemiologici e sperimentali chevalutavano gli effetti negativi del riutilizzo di aghi in persone di qualsiasi età o sesso, con o senza diabete. Due revisori hanno valutato in modo indipendente la qualità metodologica degli studi utilizzando uno strumento multi-design.

In totale, sono stati inclusi 25 studi. Tutti gli studi avevano un alto rischio di bias per cui è stato possibile raggruppare i dati di soli nove studi. Cinque studi non hanno mostrato alcuna associazione tra l’infezione al sito di iniezione e il riutilizzo di aghi (differenza di rischio: -0,00; IC 95%: -0,12-0,11; p: 0,99); l’eterogeneità tra gli studi è stata notevole (I2: 66%; p = 0,02). Cinque studi trasversali hanno dimostrato un’associazione tra lipoipertrofia e il riutilizzo dell’ago (differenza di rischio: 0,16, IC 95%: 0,05-0,28, p = 0,006); vi era una forte evidenza di eterogeneità tra gli studi (I2: 87%; p <0,001). I dati aggregati di due studi con nessuna evidenza di eterogeneità tra loro, hanno mostrato una maggiore percezione del dolore tra i riutilizzatori (differenza di rischio: 0,24; IC 95%: 0,06-0,43; p = 0,006). Il riutilizzo di un ago da penna o di una siringa-ago monouso non è stato associato con un peggiore controllo glicemico.

Sebbene gli autori, sulla base di tali risultati, concludano che non ci siano attualmente prove scientifiche chiare a favore o contro il riutilizzo di aghi per l’iniezione di insulina per via sottocutanea (pratica molto comune tra le persone con diabete), e auspichino ulteriori ricerche per stabilirne la sicurezza, il lavoro presenta in realtà notevoli criticità soprattutto riguardo alla correttezza metodologica degli studi esaminati e – poiché la pratica del riutilizzo dell’ago è documentatamente contraria a tutte le linee guida pubblicate nel mondo – l’affermazione che siano necessarie nuove ricerche per stabilire la sicurezza del riuso sembra rispondere più a logiche di spesa che di sicurezza per i pazienti e appropriatezza prescrittiva.

In conclusione, al momento le indicazioni più corrette riguardo all’ago da insulina (come in caso di altri farmaci ipoglicemizzanti a somministrazione sottocutanea) sono che esso va cambiato a ogni iniezione per evitare il rischio di lipodistrofie e garantire un corretto assorbimento del farmaco: un ago = un’iniezione.

Int J Nurs Stud 2016;60:121-32

PubMed


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