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Un modello per prevedere la malattia renale allo stadio terminale in persone con diabete tipo 1

Punti chiave

Domanda: È possibile valutare il rischio di sviluppare la malattia renale allo stadio terminale in persone con diabete tipo 1?

Risultati: Utilizzando i dati di uno studio di coorte danese comprendente 5460 persone con diabete tipo 1 seguiti in media per 10,4 anni è stato sviluppato un modello predittivo, validato in altre due diverse coorti, che utilizza semplici parametri (età, sesso, durata del diabete, velocità di filtrazione glomerulare stimata, micro e macroalbuminuria, pressione sanguigna sistolica, emoglobina glicata, fumo e precedenti malattie cardiovascolari) per stimare il rischio di malattia renale allo stadio terminale.

Significato: La malattia renale terminale è una complicanza pericolosa per la vita che può essere prevenuta o ritardata con un intervento adeguato. L’individuazione precoce delle persone a maggior rischio è essenziale e gli strumenti che ci consentono di farlo sono da utilizzare con regolarità.


A cura di Lucia Briatore

26 aprile 2021 (Gruppo ComunicAzione) – La malattia renale allo stadio terminale (ESKD, end-stage kidney disease) è una grave complicanza del diabete tipo 1 che può essere prevenuta o ritardata con un intervento mirato. L’individuazione delle persone a maggior rischio è essenziale.

Ricercatori danesi, in un lavoro recentemente pubblicato su Diabetes Care, hanno analizzato una coorte di 5460 adulti con diagnosi clinica di diabete tipo 1 seguita dal 2001 al 2016 e hanno sviluppato un modello di previsione per l’ESKD. L’analisi di regressione di Poisson è stata utilizzata per stimare il modello sulla base delle informazioni raccolte di routine dagli esami clinici. È stato ulteriormente valutato l’effetto dell’inclusione di un insieme esteso di predittori (lipidi, assunzione di alcol, ecc.). Il modello finale è stato convalidato con altri database di 9175 adulti provenienti da Danimarca e Scozia.

Durante un follow-up mediano di 10,4 anni (limiti interquartili 5,1-14,7 anni), 303 (5,5%) dei partecipanti (età media [DS] 42,3 [16,5] anni) hanno sviluppato ESKD e 764 (14,0%) sono morti senza avere sviluppato ESKD. Il modello di previsione ESKD finale ha incluso età, sesso maschile, durata del diabete, velocità di filtrazione glomerulare stimata, micro- e macroalbuminuria, pressione sanguigna sistolica, emoglobina glicata, fumo e precedenti malattie cardiovascolari. Nel modello esteso, livelli crescenti di emoglobina glicata e retinopatia lieve/moderata sono risultati associati a un tasso più elevato di ESKD ma a un tasso di morte inferiore. Livelli più elevati di UACR sono risultati ulteriormente associati a un rischio più elevato di ESKD e morte. BMI, trigliceridi, esercizio fisico regolare e sodio si associavano al tasso di mortalità e quindi indirettamente al rischio cumulativo di ESKD.

Peraltro, gli autori hanno evidenziato come un limite dello studio sia dato dalla presenza di una popolazione costituita prevalentemente da bianchi, con conseguente sottostima delle differenze dovute all’etnia.

In conclusione, si può dire che questo studio fornisce uno strumento per la previsione del rischio di ESKD in persone con diabete tipo 1. In tale popolazione, sempre più numerosa e anziana, l’attenzione del diabetologo alla prevenzione cardiorenale deve essere massima. Secondo gli autori tutti gli indicatori che consentono di valutare con maggior precisione il rischio ed effettuare un trattamento preventivo adeguato devono essere considerati di grande aiuto.


Diabetes Care 2021;44(4):901-7 

PubMed


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