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Diabete No Grazie

Con gli integrali si muore meno e forse sappiamo perché

Cosa intendiamo dire quando scriviamo che un farmaco o un alimento ‘è efficace’ per esempio nel ridurre il rischio cardiovascolare? Troppo spesso gli studi clinici misurano l’efficacia sulla base di cosiddetti end-point secondari. Si prova che il tal farmaco o il tal alimento riduce la pressione arteriosa ad esempio, e una pressione arteriosa alta è […]

Cosa intendiamo dire quando scriviamo che un farmaco o un alimento ‘è efficace’ per esempio nel ridurre il rischio cardiovascolare? Troppo spesso gli studi clinici misurano l’efficacia sulla base di cosiddetti end-point secondari. Si prova che il tal farmaco o il tal alimento riduce la pressione arteriosa ad esempio, e una pressione arteriosa alta è a sua volta correlata al rischio di infarti, ischemie o ictus.

A rigore però questo non significa che il tal farmaco o alimento ‘sia efficace’, ma solo che assumendolo ‘si rischia meno di rischiare’ un infarto o un ictus.

Per questa ragione è interessante lo studio effettuato su due database che per 26 anni hanno seguito 74 mila femmine e 44 mila maschi adulti statunitensi per un totale di 2,7 milioni di anni/persona. Di queste persone, 27 mila delle quali sono morte nel periodo considerato, erano note le abitudini alimentari, le malattie e le cause di morte. Analizzando i dati è stato possibile associare che assumere una porzione di cereali integrali ogni giorno riduce del 5% la mortalità totale e del 9% la mortalità per infarti o ictus.

Ma perché i cereali integrali ‘fanno bene al cuore?’ Uno studio interamente italiano svolto su 80 persone sovrappeso o obese suggerisce che l’effetto benefico sia dovuto all’effetto anti-infiammatorio dei polifenoli in particolare il DHFA presenti nelle fibre integrali.

L’effetto di un passaggio dalla farina raffinata a quella integrale è stato rilevante. Dopo sole 8 settimane si è registrata una diminuzione del TNF alfa e un aumento della Interleuchina 10 e una tendenza alla diminuzione degli inibitori PPA 1 (che riducono la tendenza alla aggregazione delle piastrine nel sangue) oltre a effetti sul microbioma.

Hongyu Wu et al. Association Between Dietary Whole Grain Intake and Risk of Mortality. Two Large Prospective Studies in US Men and Women. JAMA Intern Med. 015;175(3):373-384

Paola Vitaglione et al. Whole-grain wheat consumption reduces inflammation in a randomized controlled trial on overweight and obese subjects with unhealthy dietary and lifestyle behaviors: role of polyphenols bound to cereal dietary fiber.  Am J Clin Nutr February 2015 vol. 101 no. 2 251-261