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Diabete No Grazie

L’esercizio fisico come medicina per la salute

Fare prevenzione significa affrontare dei ‘costi’ immediati, rinunciare a qualcosa, cambiare le proprie abitudini. In cambio di cosa? I vantaggi sono tutti nel futuro e non sono comunque percepibili. Umberto Valentini, già presidente della Associazione Medici Diabetologi, entusiasta promotore dell’Educazione terapeutica, invita in questo dialogo a sottolineare i ritorni percepibili a breve.
Umberto Valentini, past presidente della Associazione Medici Diabetologi, dirige il Servizio di Diabetologia, Malattie metaboliche ed Educazione terapeutica degli Spedali Riuniti di Brescia.

Buongiorno.
Buongiorno, si sieda, la prego. Ha fatto fatica a trovarci in questo labirinto? Purtroppo siamo un po’ lontani dalla fermata dell’autobus e dal parcheggio…

Non mi dica! Ho fatto un chilometro e ho il fiatone, del resto… mi vede come sono.
Non saprei, lei come si definirebbe?

Grassa. Voi medici dite ‘sovrappeso’ io dico ‘grassa’. Per carità, in carne lo sono sempre stata e mi piacevo così. Ma poi. Soprattutto da quando ho lasciato il lavoro! Lei non sa dottore quante diete ho fatto nella mia vita. Sacrifici pazzeschi.
Forse queste ‘diete’ non hanno avuto effetti duraturi proprio perché erano sacrifici, non crede? Uno non può rovinarsi la qualità della vita, non per un tempo lungo almeno.

Lei dice? Bene ma allora che cosa devo fare? Mangio 50 grammi di pasta a pranzo, a cena nulla e il pane non so più cosa sia… credo che sia l’aria che mi fa ingrassare.
Primo non fare sacrifici mangiare è un piacere e deve rimanere tale. Ma parliamo un attimo del movimento, dell’esercizio fisico…

Non mi dica che devo andare in palestra perché non ho tempo. E poi io mi muovo dalla mattina alla sera!
Ha tanti impegni signora?

I nipotini. Mia figlia lavora e io devo andarli a prendere, farli giocare, aiutarli a fare i compiti. Anche pagare le bollette, spesso anche la spesa devo fare per lei. Del resto cosa vuole: è separata, è sola. Insomma, ci crede?, da quando siamo in pensione io e mio marito non abbiamo mezza giornata libera per noi. Figuriamoci la palestra! Io sono da lei perché vorrei invece una medicina.
Ma gliela sto proponendo. L’esercizio fisico è una medicina, la più potente che ci sia. Questa è la terapia. Probabilmente fra qualche anno la palestra sarà rimborsata dalla Regione, come i farmaci. Comunque io non le consiglio la palestra.

E cosa vorrebbe?
Io? Io nulla. Io sto cercando solo di capire cosa vorrebbe lei. Se ho ben capito come molte nonne lei ha poco tempo per sé, ma, mi chiedo, un pochino di movimento non potrebbe essere quel piccolo spazio che uno si ritaglia per sé? I suoi nipoti abitano lontano da casa sua?

Non tanto, sono nei palazzi vicino alla stazione; io e mio marito abitiamo invece in via Milano.
Bene, saranno 3 chilometri no? Potrebbe andare a piedi una volta ogni tanto, magari quando va a prenderli a scuola. Oppure in bici. Sono sicuro che da qualche parte in cantina lei ha una bici!

Magari, ma sono così stanca e poi… così si dimagrisce o viene solo più appetito?L’appetito è una cosa buona, chi mangia davvero troppo in genere si siede a tavola senza appetito… Ma soprattutto, facendo del movimento, ci si sente meglio. Vede lei si sente stanca perchè ha pochi muscoli e con pochi muscoli deve fare molto. A questo si aggiungono la circolazione, la pressione, eccetera… Se lei svolge esercizio fisico per 2 minuti fatica; se lo fa per 20, 30 o meglio 40 minuti di seguito, anche a ritmo contenuto, i muscoli vengono fuori. E non è solo questo: sa che l’esercizio fisico migliora l’umore? È un dato scientifico, le ghiandole rilasciano endorfine che sono gli ormoni del benessere e del piacere. Insomma è una cosa che fa del bene a lei e non solo a lei…

In che senso?
Mi pare che sua figlia avrà a lungo molto bisogno di lei, e suo marito. Lei già così fa un po’ di fatica a svolgere tutti i compiti che sua figlia le passa e in più tenere la casa. Dico bene?

Sì, io dico sempre: “Speriamo di avere per sempre la salute”. Non per me, ma per mio marito e mia figlia. Come farebbero senza di me? Ma pensavo che con un po’ di vitamine, un ricostituente…
Lei conosce bene la sua salute e, se non avesse qualche timore, non sarebbe qui da me. Diciamo che ora riesce a fare tutto, ma il problema si presenterà fra qualche anno.

Guardi dottore, io ho 67 anni e di morire non ho paura. Quando il signore vorrà. Ma non voglio essere di peso. Mille volte meglio correre su e giù ed essere di aiuto agli altri.
E quindi magari insieme possiamo trovare qualche cosa per mantenere questa forma o magari anche migliore. Lei cinque anni fa come si sentiva?

Molto meglio dottore. Sarà che c’era solo un nipotino e mio genero era ancora in casa, ma ero un leone, si figuri che andavo in bici e qualche volta anche a ballare!
Vede che c’era una bici? La ritiri fuori quella bicicletta, signora, magari suo marito gliela mette a posto, e facciamo una scommessa. Se fra tre mesi lei torna a sentirsi come cinque anni fa, va a ballare con suo marito.

Magari, ma per il mangiare non mi dice niente?
Cosa dovrei dirle, signora? Secondo lei mangia troppo?

Io ingrasso con l’aria. Pane in casa non ce n’è, pasta faccio mezza scodella. E non sgranocchio nulla in cucina mentre preparo. Che cosa posso fare?
Lei mangia troppo poco, e di cosa vive?

Io ogni sabato vado al mio paese su in valle e prendiamo formaggi e salumi e carne.
Quindi ci sono molto spesso salumi e formaggi. Buonissimi, ma i grassi contengono il doppio delle calorie rispetto alla pasta. Quattro fette di salame, mezzo etto, corrispondono a un bel piattone di pasta. Certo al formaggio e ai salumi sarebbe un delitto rinunciare. E perché non pensare di metterli in tavola un giorno sì e uno no?

E che cosa vuole fare di me? Guardi che io non voglio mica diventare una di quelle tutte ossa. Io sono contenta di essere un po’ in carne. Piaccio a mio marito e mi piaccio; anche i nipoti preferiscono me alla mia ex consuocera che è una specie di filo di ferro! E in più, quando facevo la dieta ero depressa, intrattabile, triste.
Sono d’accordo, signora, lei non deve diventare un’altra. E non deve fare nessun sacrificio. Non ci interessa essere magri, ci interessa garantirci una buona efficienza fisica oggi e domani. E questo vuol dire togliere quei 7 chili che si sono aggiunti, magari proprio per colpa delle diete che ha fatto. E forse lo possiamo fare solo variando un poco la dieta. Riempia pure la scodella di pasta signora, è il carburante migliore dell’organismo. Oppure scelga il pane. E quando mette il formaggio in tavola o il salame metta almeno lo stesso peso di insalata o verdure, anche quelle fanno bene, soprattutto quando si ha bisogno di essere sempre in forma.

Ma sa che lei è un medico strano! Non mi sta dando nessun ordine nessun elenco…Forse, ma lei questi ‘ordini’, questi elenchi li ha mai seguiti a lungo?

A dire il vero no.
Io sono un medico che si è accorto che l’aiuto che può dare alle persone non prende la forma di una imposizione che lascia il tempo che trova, ma di un consiglio. La verità è che è lei a ‘curarsi’, nessuno lo può fare al suo posto. Io posso aiutarla a scegliere fra le cose che le piacciono quella più coerente con l’obiettivo.

E quale è l’obiettivo, scusi?
Lo chieda a sua figlia! I nipotini quanti anni hanno? Cinque e due, dico bene? Chi li andrà a prendere alle elementari? E chi li aiuterà nei compiti alle medie? Vale la pena di fare una camminata ogni giorno e mangiare in modo più variato, non è vero?