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Diabete No Grazie

Un approccio non gerarchico e globale per motivare il cambiamento negli stili di vita

Le prove scientifiche esistono da tempo: le malattie croniche non trasmissibili, principale causa di morte in buona parte delle nazioni, possono essere prevenute, controllate e la loro evoluzione fermata con uno stile di vita sano. E allora come promuovere questi stili di vita? L’informazione e l’appello alla buona volontà del singolo non basta. Il cambiamento […]

Le prove scientifiche esistono da tempo: le malattie croniche non trasmissibili, principale causa di morte in buona parte delle nazioni, possono essere prevenute, controllate e la loro evoluzione fermata con uno stile di vita sano. E allora come promuovere questi stili di vita? L’informazione e l’appello alla buona volontà del singolo non basta. Il cambiamento degli stili di vita avviene all’interno della persona e del suo contesto familiare e sociale, ma nella maggior parte dei casi può essere ottenuto e sostenuto solo se è orientato e confermato dall’azione convergente di tutto il contesto sociale, politico e organizzativo.

Non se ne esce quindi se non si coordina l’azione di un gran numero di operatori, pubblici e privati ed è vano sperare che questo si possa fare in una struttura gerarchica dove qualcuno dice agli altri cosa devono fare. Quattro grandi società scientifiche: American Heart Association, European Society of Cardiology, European Association for Cardiovascular Prevention and Rehabilitation e American College of Preventive Medicine hanno quindi disegnato un modello di collaborazione che prevede forum nei quali coordinare lo sforzo di tutti nelle rispettive aree di interesse: governi, sistemi sanitari, scuola, assicurazioni, media, datori di lavoro, enti sportivi e perfino società telefoniche e disegnatori di videogame.

Healthy lifestyle interventions to combat noncommunicable disease—a novel nonhierarchical connectivity model for key stakeholders: a policy statement from the American Heart Association, European Society of Cardiology, European Association for Cardiovascular Prevention and Rehabilitation, and American College of Preventive Medicine
European Heart JournalVolume 36, Issue 31Pp. 2097 – 2109