Potranno gli insetti sostituire la carne nella nostra alimentazione?
Mangiare carne lavorata è un accertato fattore di rischio per lo sviluppo del cancro del colon-retto, e – per citare un esempio – circa un quinto della carne consumata negli Stati Uniti viene processata.
Ma “se le persone consumassero la maggior parte del loro fabbisogno proteico sotto forma di grilli polverizzati rispetto alla carne, potrebbe diminuire il rischio di cancro del colon-retto”, ha recentemente affermato Joel B. Mason, professore di Medicina e nutrizione alla Tufts University (Boston, MA; USA).
Muovendo da tali presupposti, nei giorni scorsi la rivista JAMA Network Open ha pubblicato un articolo nel quale l’autrice – Rebecca Voelker – ha fatto il punto sulle opinioni degli esperti e sulla letteratura scientifica in materia, perché il grande interesse intorno al consumo di insetti, appartenenti alla categoria dei nuovi alimenti (novel food), ha destato non solo preoccupazione per la salute umana ma anche quella per il mondo che ci circonda poiché essi potrebbero essere utilizzati come strumento per nutrire una popolazione che non smette di aumentare, riducendo allo stesso tempo l’impatto ambientale del bestiame tradizionale. In effetti: gli insetti occupano meno spazio, utilizzano meno risorse e producono meno gas serra rispetto a mucche e pollame, secondo un rapporto della Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura del 2013.
Mangiare insetti (entomofagia) è un’abitudine comune in alcune parti del mondo da migliaia di anni. Se oggi almeno 2 miliardi di persone in tutto il mondo fanno merenda o cenano con insetti, di cui circa 1900 specie sono commestibili, la ricerca sugli effetti sulla salute del consumo di insetti è in una fase “embrionale”. Vi sono comunque dati a sufficienza che suggerirebbero che potrebbero esserci dei veri benefici per la salute, e che quindi varrebbe la pena proseguire la ricerca: per ottimizzare la produzione, per esplorare le implicazioni sanitarie e impostare lo sviluppo del mercato.
Alla domanda su quanto in realtà gli insetti siano nutrienti, ricorda l’articolo, ha risposto parzialmente uno studio del 2016 che ha dimostrato che – rispetto alla carne di manzo, pollo e maiale – gli insetti sono simili in calorie, proteine e grassi saturi; mentre inferiore è il loro quantitativo totale di grasso e più alto quello di sodio, calcio, ferro, vitamina A e C e riboflavina. Ancora: i grilli polverizzati hanno 5 volte più proteine per grammo rispetto alla farina di frumento e 10 volte più vitamina B12 rispetto alla carne di manzo.
In uno studio pilota pubblicato lo scorso anno, ha ancora sottolineato Rebecca Voelker, è stata valutata l’influenza sul microbiota intestinale di un muffin alle spezie di zucca e cioccolato a colazione con l’aggiunta di 25 g di grilli polverizzati rispetto a un muffin e a un frullato quasi identici senza alcun contenuto di grillo. Le persone nello studio hanno tollerato le colazioni con aggiunta di grilli polverizzati, non hanno avuto disturbi gastrointestinali e i microbi nel loro intestino non sono stati distrutti. Inoltre ancora, il consumo di grilli polverizzati è stato associato a un aumento di 5 tipi di batteri, incluso uno strettamente collegato al Bifidobacterium animalis, che ha mostrato di migliorare la funzione intestinale, proteggere contro la diarrea e ridurre alcuni effetti avversi del trattamento antibiotico. Secondo questo studio, gli insetti commestibili potrebbero agire dunque come un probiotico aumentando la quantità di batteri buoni nell’intestino, il che potrebbe portare a diversi benefici alla salute.
Saranno ovviamente necessari nuovi studi e di maggiori dimensioni per confermare dei dati che sembrano molto interessanti e che potrebbero stravolgere le abitudini culinarie in diverse aree del mondo. O forse no? La risposta a questa domanda non va infatti ricercata solo nel campo delle scienze ma anche in ambito legislativo…
Note legislative
Il 1° gennaio 2018, è entrato in vigore, nell’ambito dell’Unione Europea un nuovo Regolamento (UE 2015/2283) sui nuovi alimenti (novel food), abrogando il precedente Regolamento (CE) 258/97 in materia. Nel nuovo regolamento, come già nel precedente, si intendono per novel food tutti quei prodotti e sostanze alimentari privi di storia di consumo significativo al 15 maggio 1997 in UE, e che quindi devono sottostare a un’autorizzazione, per valutarne la loro sicurezza, prima della loro immissione in commercio. Una delle novità del Regolamento UE 2015/2283 è la centralizzazione della richiesta di autorizzazione, che deve essere presentata direttamente alla Commissione europea, anziché ad uno solo degli Stati membri dell’UE, come avveniva con la precedente normativa. La richiesta, preparata conformemente alle linee guida pubblicate dall’autorità per la sicurezza alimentare (EFSA, European Food Safety Authority), deve contenere i dati scientifici a supporto della sicurezza della sostanza oggetto della domanda di autorizzazione. L’accertamento della sicurezza viene fatto dall’EFSA. La Commissione rilascia l’autorizzazione attraverso l’inserimento del “novel food autorizzato” nell’elenco dell’Unione (Union list) insieme a tutte le specifiche previste, incluse le eventuali tipologie alimentari in cui può essere contenuto il nuovo alimento, le rispettive dosi e altre caratteristiche.
In ambito italiano, l’8 gennaio 2018, per fare maggior luce su alcuni aspetti applicativi del nuovo Regolamento UE, il nostro ministero della Salute ha emanato una nota informativa in merito all’utilizzo degli insetti in ambito alimentare, specificando che in Italia non è stata ammessa alcuna commercializzazione di insetti e pertanto la commercializzazione come alimento di un insetto o di un suo derivato potrà essere consentita solo quando sarà rilasciata a livello UE una specifica autorizzazione in applicazione del regolamento (UE) 2015/2283.
Can Insects Compete With Beef, Poultry as Nutritional Powerhouses?
JAMA. Published online January 16, 2019