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Associazioni trasversali e longitudinali della retinopatia diabetica con le funzioni cognitive e i risultati della RM cerebrale: notizie dal trial ACCORD

13 febbraio 2015 (Congresso Medico) – Studi di imaging cerebrale suggeriscono che le complicanze microvascolari del diabete mellito tipo 2 (DMT2) possono influenzare il sistema nervoso centrale, oltre ad avere effetti su altri organi come l’occhio e il rene. Gli esami istopatologici indicano che, in generale, la malattia microvascolare può portare lesioni della sostanza bianca (WML) visibili con la risonanza magnetica (RM) e che il rischio è spesso aumentato in presenza di DMT2. Il quale, inoltre, è stato recentemente associato anche a una riduzione del volume cerebrale, in particolare per quanto riguarda il volume della materia grigia.

L’associazione tra la retinopatia diabetica (RD) e le variazioni del tessuto cerebrale è di particolare interesse perché retina e piccoli vasi del cervello hanno caratteristiche simili per anatomia, fisiologia ed embriologia. E’ noto che peggioramenti della RD sono associati a una maggiore gravità degli esiti cardiovascolari; inoltre, la maggior parte delle evidenze scientifiche suggerisce che la RD è associata a un peggioramento delle WML quando già preesistenti. Tuttavia, mentre studi trasversali supportano una correlazione tra RD e WML, tra RD e atrofia cerebrale, tra RD e velocità psicomotoria e tra velocità psicomotoria e WML, sono carenti le prove longitudinali che dimostrino una presunta sequenza di sviluppo della malattia – per esempio, danni vascolari dell’occhio e del cervello seguiti da un decadimento cognitivo.

Utilizzando i dati ricavati da un sottogruppo di partecipanti al trial Action to Control Cardiovascular Risk in Diabetes (ACCORD), per i quali sono state eseguite delle rilevazioni longitudinali di RD, funzioni cognitive ed esami strumentali (RM), la Dott.ssa ChristinaE. Hugenschmidt e coll. (USA, Canada) (1) hanno: 1) analizzato le associazioni trasversali tra RD e evidenza di malattia microvascolare cerebrale; 2) cercato di stabilire se la presenza alla visita basale o la gravità della RD fossero predittori di cambiamenti nelle prestazioni cognitive o di malattia microvascolare cerebrale a distanza di 40 mesi.

I pazienti che avevano partecipato ai sottstudi ACCORD-MIND e ACCORD-Eye sono stati inclusi nelle analisi delle funzioni cognitive (n = 1.862) e delle variabili cerebrali valutate con RM (n = 432). La RD è stata classificata come “assente/non proliferativa lieve/ moderata/grave”. I test cognitivi comprendevano Mini-Mental State Examination (MMSE), Digit Symbol Substitution Test (DSST), Rey Auditory Verbal Learning Test e Stroop test. Gli outcome primari cerebrali erano l’alterato volume della materia grigia e di quella bianca.

La presenza di RD alla visita basale è risultata associata con basso volume di materia grigia (medie aggiustate di 470, 466 e 461 cm3 per RD assente, lieve e moderata/grave, rispettivamente) e con un cambiamento maggiore nel punteggio di MMSE e DSST a 40 mesi per ogni grado di gravità della RD stessa.

In conclusione, la RD è associata con un progressivo futuro declino delle funzioni cognitive nelle persone affette da DMT2. Anche se la RD non può essere considerato un proxy perfetto per il decadimento cerebrale e cognitivo correlato al DM2, i diabetici con retinopatia rappresentano un sottogruppo di persone a maggior rischio di sviluppare un successivo deficit cognitivo.

 

1) Diabetes Care 2014;37(12):3244-52

PubMed


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