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Anche i meno ricchi ingrassano

Tra gli effetti più perversi della globalizzazione, c’è una tendenza all’obesità che colpisce tutte le geografie. I rappresentanti europei dell’Oms hanno stabilito una strategia comune.

Anche le nazioni meno avanzate devono fare i conti con i problemi di un’alimentazione sbagliata e con l’aumento dei casi di obesità tra gli abitanti. Per affrontare il fenomeno, almeno su scala regionale, i rappresentanti europei dell’Organizzazione mondiale della sanità si erano riuniti a Istanbul alla fine del 2006. Da quella riunione era emerso un documento, la”Carta Europea sull’Azione di Contrasto all’Obesità”, in cui sono stati sanciti i principi e le priorità di intervento delle autorità sanitarie dell’Unione per una strategia in grado di affrontare il problema efficacemente.
Con il rapido uniformarsi delle abitudini di consumo, tra i bambini e gli adolescenti la prevalenza è dieci volte maggiore rispetto a trent’anni or sono. Fronteggiare questa epidemia di obesità è possibile modificando gli atteggiamenti personali e creando al contorno, con gli interventi di politica sociale, i presupposti per uno stile di vita più salutare.
La carta identifica le strategie di intervento da realizzare nei singoli paesi, la necessità di eludere la pressione del mercato su cibi e bevande ad alta densità energetica e ponendo particolare attenzione ai giovanissimi, una categoria troppo spesso sfruttata a fini pubblicitari. L’obiettivo è di limitare l’epidemia nei prossimi 4-5 anni e di invertire l’andamento, nella Regione Europea, al più tardi entro il 2015.

A.L.