Chi dorme non piglia… il diabete!
È noto che una buona qualità del sonno concorre in maniera determinante al mantenimento dello stato di salute. Esiste una sorta di “orologio interno” del nostro organismo che controlla il ritmo giornaliero e stagionale del nostro corpo, ed è scandito dalla produzione ritmica di ormoni e dall’esecuzione di processi fisiologici, cadenzati armonicamente secondo i ritmi circadiani dell’ambiente esterno. In questa catena di interazioni tra ciò che avviene dentro e fuori dal nostro organismo il sonno riveste un ruolo fondamentale, assicurando il recupero psicofisico e il mantenimento dell’equilibrio fisiologico. Molti studi hanno analizzato i benefici derivanti da un corretto ritmo sonno-veglia, e i danni provocati da una scarsa qualità del sonno. Ma può davvero il sonno influenzare significativamente il nostro metabolismo?
Una recente ricerca, pubblicata sulla rivista Diabetes Care, ha inteso studiare gli effetti del sonno in relazione al rischio di sviluppare il diabete, fornendo risultati per certi versi sorprendenti. La popolazione studiata comprendeva oltre 60.000 donne adulte in buona salute, di età media pari a 55 anni (ogni fascia di età a partire dai 20 anni era comunque rappresentata), in cui è stata analizzata la durata del sonno in rapporto al rischio di diabete. Le donne studiate sono quindi state divise in gruppi in base alla durata del loro sonno: 5, 6, 7 o 8 ore per notte.
I risultati hanno mostrato che le donne che dormivano poco avevano un rischio significativamente maggiore di diventare diabetiche. In particolare, rispetto al gruppo che dormiva 7 ore per notte, chi dormiva meno (5 ore) aveva un rischio aumentato del 43%; chi dormiva 6 ore per notte aveva un rischio aumentato del 17% di avere il diabete. Questi dati, piuttosto impressionanti, sono stati sottoposti a un’ulteriore analisi statistica per ridurre l’effetto imputabile all’obesità e ad altre malattie metaboliche concomitanti: dopo questo processo di “scrematura” statistica, comune negli studi clinici, il dato si è lievemente attenuato ma di fatto ha confermato il ruolo protettivo del sonno di buona qualità nei confronti del rischio di sviluppare diabete di tipo 2.
Saranno necessarie ulteriori analisi per confermare tale riscontro anche in una popolazione di sesso maschile, e per comprendere meglio le basi fisiologiche che spieghino il ruolo protettivo del sonno. Nel frattempo… buon riposo!
Sleep Duration Patterns in Early to Middle Adulthood and Subsequent Risk of Type 2 Diabetes in Women
Diabetes Care 2020 Mar; dc192371