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Per tutti questi fattori di rischio, tranne la coagulazione, gli studi osservazionali e quelli di intervento (quelli cioè dove si prescriveva una terapia specifica) hanno mostrato che i guadagni in termini di riduzione del rischio sono incrementali. Chi ha la pressione massima a 140 mm/Hg e la porta a 135 riduce di qualche punto il […]

Per tutti questi fattori di rischio, tranne la coagulazione, gli studi osservazionali e quelli di intervento (quelli cioè dove si prescriveva una terapia specifica) hanno mostrato che i guadagni in termini di riduzione del rischio sono incrementali. Chi ha la pressione massima a 140 mm/Hg e la porta a 135 riduce di qualche punto il suo rischio, se la porta a 130 ancora meglio e così via. Lo stesso vale in particolare per il colesterolo LDL, ma anche per i trigliceridi e per il colesterolo HDL, per l’iperglicemia e per il sovrappeso. Per il fumo a ogni anno in più senza fumo corrisponde un po’ di rischio in meno. Per il peso è dimostrato che perdere stabilmente il 5% del proprio peso corporeo, quando si è in soprappeso, è sufficiente per ottenere delle apprezzabili conseguenze, così come abbandonare la sedentarietà per fare del giardinaggio può essere un primo passo.

Certo, per riportare il proprio livello di rischio a norma occorre fare molto di più: tornare al peso forma, arrivare a livelli ideali di pressione, colesterolo LDL, smettere di fumare… Non stupisce che laddove è stato possibile raggiungere questo risultati il surplus di rischio è stato azzerato.