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Cosa può fare la scuola

I dati che emergono dal progetto Okkio alla Salute lo confermano: un bambino su 3 in Italia è obeso o sovrappeso. La percentuale è leggermente scesa ma molto resta da fare e la Scuola è in prima linea.

La percentuale di bambini sovrappeso o obesi in Italia è alta. Nell’ultima indagine OKkio alla salute 2012 svolta in 2622 classi delle scuole elementari su 46.483 bambini di 8-9 anni, il 22,2% risultava in sovrappeso e il 10,6% obesa. La quota è in leggera diminuzione (nell’indagine del 2010 erano 23 e 11,2%) ma rimane tra le più alte in Europa.

OKkio alla Salute è un progetto promosso nel 2007 dal Ministero della Salute , coordinato dal Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell’Istituto Superiore di Sanità e condotto in collaborazione con le Regioni e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca che periodicamente valuta alcuni indicatori chiave relative agli stili di vita dei bambini, elabora delle raccomandazioni e favorisce progetti per il loro miglioramento.
La percentuale di bambini sovrappeso o obesi è più alta (sopra il 40%) in Campania e Puglia per citare solo le regioni più grandi , sopra la media in Sicilia e sotto la media in Lombardia. Questo dato rispecchia quanto è emerso da altre indagini: l’obesità infantile è associata a condizioni economiche e socio-culturali inferiori alla media a livello sia di singola famiglia sia di contesto urbano e sociale.

Le famiglie inserite in un circuito di comunicazione ‘alto’: che leggono e si tengono informate hanno più probabilità di incontrare messaggi di prevenzione o sono meglio difese dai messaggi pubblicitari e di altro tipo che propagandano stili di vita e abitudini non sane. Da questo emerge il ruolo della Scuola che permette di intervenire in modo eguale su tutti i bambini e tutte le famiglie.

Occorre intervenire perché tutti gli studi concordano sul fatto che un bambino sovrappeso o obeso ha una probabilità molto alta di sviluppare/mantenere l’obesità nell’adolescenza e nella età matura e di sviluppare precocemente condizioni serie come il diabete e l’aterosclerosi e quindi ischemie, infarti e ictus.

«Il sovrappeso e l’obesità in età pediatrica hanno molte cause, ma le principali sono note abitudini alimentari scorrette, sedentarietà e scarsa percezione del problema da parte dei genitori», spiega Giulia Cairella, nutrizionista, componente del Comitato Tecnico del progetto Okkio alla Salute, «dall’indagine è emerso che il 9% dei bambini salta la prima colazione e nel 31% fa una colazione non adeguata, il 65% fa una merenda di metà mattina troppo abbondante, il 22% dei genitori dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e/o verdura e il 44% consuma abitualmente bevande zuccherate e/o gassate».

Anche sul fronte esercizio fisico la situazione è problematica: il 18% dei bambini pratica sport per non più di un’ora a settimana, il 17% non ha fatto attività fisica il giorno precedente l’indagine, il 44% ha la televisione in camera, il 36% la guarda e/o gioca con i videogiochi per più di 2 ore al giorno e solo un bambino su 4 va a scuola a piedi o in bicicletta. Vuoi scaricare una scheda con i dati in grande sintesi?)

«L’intervento va mirato anche sui genitori, sia in maniera indiretta – lanciando agli studenti messaggi da portare in famiglia – sia direttamente», fa notare Giulia Cairella, «perché è essenziale creare una coscienza del problema: è significativo che il 37% dei genitori di bambini sovrappeso obesi non ritenga che il proprio figlio sia più grasso degli altri e che il 29% non ritenga che mangi troppo. Inoltre, solo il 40% delle madri di bambini fisicamente poco attivi ritiene che il proprio figlio svolga un’attività motoria insufficiente».

Come intervenire? «ovviamente in tutto il mondo ci si è posti questa domanda. E’ emerso che gli interventi coronati da successo sono quelli integrati cioè con la partecipazione di famiglie, scuole, operatori della salute e comunità e che intervengono per più anni su più fattori: promuovendo la sana alimentazione, l’attività fisica e la diminuzione della sedentarietà, la formazione dei genitori, il counseling comportamentale e l’educazione nutrizionale», risponde Giulia Cairella.

In perfetta coerenza con il documento di consensus sulla promozione dell’attività fisica elaborato da Pieprpaolo De Feo e Paolo Sbraccia (leggi qui una presentazione del documento e qui una intervista a De Feo), il progetto Okkio alla Salute ha identificato tra le soluzioni concrete la promozione del consumo giornaliero di frutta e verdura (distribuire una merenda bilanciata a metà mattina) e della attività fisica facendo svolgere le due ore di attività motoria suggerite dal curriculum scolastico a tutti gli alunni . Ugualmente importante è rendere l’ambiente urbano “a misura di bambino” aumentando i parchi pubblici, le aree pedonali e le piste ciclabili così da incentivare il movimento all’aria aperta.

«Gli studi mostrano in maniera incontrovertibile un ruolo chiave della scuola per affrontare efficacemente il problema della promozione della salute e dell’attività fisica dei bambini: la scuola dovrebbe estendere e migliorare le attività di educazione nutrizionale dei bambini, già oggi oggetto di intervento da parte di alcune scuole. Dall’indagine è emerso che il 73% delle scuole possiede una mensa; il 50% prevede la distribuzione per la merenda di metà mattina di alimenti salutari (frutta, yogurt ecc.); il 34% delle classi svolge meno di due ore di attività motoria a settimana. Inoltre, solo 1 scuola su 3 ha coinvolto i genitori in iniziative favorenti una sana alimentazione e 1 su 4 in quelle riguardanti l’attività motoria » elenca l’esperta del progetto Okkio alla Salute.

Resta da approfondire il coinvolgimento attivo dei genitori nelle attività di promozione di sani stili di vita e ricevere informazioni. «dovrebbero essere messi in condizione di capire che se vogliono che il loro figlio cresca in modo sano e armonico devono evitargli una eccessiva sedentarietà favorita dalla presenza di TV in camera del bambino e dall’abuso di videogiochi, incoraggiare l’attività fisica e scoraggiare abitudini alimentari scorrette e accompagnarlo a scuola a piedi o in bicicletta e non in auto», nota Giulia Cairella. Okkio alla Salute ha sottolineato l’utilità di progetti come il Piedibus (un percorso organizzato casa-scuola-casa a piedi, rivolto ai bambini della scuola primaria).

Qualche link per approfondire

OKkio alla Salute: il convegno 2013 e i risultati della terza raccolta dati
http://www.epicentro.iss.it/okkioallasalute/ConvOKkio2013.asp”

Il Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute recensisce le iniziative svolte in Italia per promuovere l’esercizio fisico in età scolare.
http://www.epicentro.iss.it/problemi/attivita_fisica/iniziative.asp”

Health Behaviour In School Aged Children è un progetto dell’Organizzazione Mondiale della Salute. Sono stati realizzati 4 focus papers su alcune delle più importanti tematiche riguardanti gli stili di vita degli adolescenti italiani su: 
alcol, fumo, scuola, alimentazione e attività fisica. Scaricali tradotti in italiano da questa pagina:
http://www.hbsc.unito.it/it/index.php/pubblicazioni/focusnpapers.html”

Save the Children promuove insieme a Mondelēz International Foundation e un progetto triennale nelle aree periferiche di 10 città italiane a favore della pratica motoria e sportiva e dell’educazione alla salute dei bambini. Obiettivo del progetto è promuovere un cambiamento negli stili di vita dei bambini:
http://www.savethechildren.it/IT/Page/t01/view_html?idp=616″