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Diabete No Grazie

La buona qualità del sonno migliora l’efficienza metabolica

Una ricerca internazionale ribadisce la qualità del sonno quale obiettivo terapeutico di natura non farmacologica di centrale importanza per il controllo della salute metabolica. E le persone a rischio di diabete dovrebbero evitare di fare le ore piccole…

A cura di Marcello Monesi

I tre pilastri di una vita sana sono la dieta, l’attività fisica e il sonno; molto si sa sull’impatto dei primi due fattori sull’efficienza metabolica, mentre ancora pochi studi hanno investigato le ripercussioni che il riposo notturno ha sul metabolismo degli zuccheri. È indubbio che la qualità del sonno possa fornire importanti indizi sul nostro stato di salute: non è infrequente l’associazione tra disturbi del sonno e patologie di varia natura, ed è noto che una cattiva qualità del riposo nelle ore notturne può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari, di obesità e diabete tipo 2. Valga come esempio la sindrome delle apnee ostruttive del sonno che colpisce prevalentemente i soggetti obesi e che si associa a un maggiore rischio di contrarre il diabete.

È quindi ragionevole ipotizzare che esista un forte legame tra i processi metabolici, in primis il metabolismo degli zuccheri, e la qualità e la durata del sonno.

Una conferma in tal senso proviene da uno studio clinico recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Diabetologia, in cui i ricercatori hanno voluto verificare la connessione esistente tra qualità del sonno ed efficienza del metabolismo dei glucidi. A tale scopo sono stati arruolati oltre 950 adulti sani: nell’arco di 2 settimane i soggetti in studio hanno ricevuto pasti standardizzati, mentre con il supporto di appositi sensori venivano rilevate le oscillazioni glicemiche, la quantità di esercizio fisico svolto e la qualità del sonno. In particolare, l’analisi si è concentrata sulla qualità, la durata e la tempistica delle fasi del sonno in rapporto alla risposta glicemica dopo la colazione.

I risultati hanno dimostrato che la durata del sonno, pur non influenzando direttamente la glicemia misurata dopo colazione, ha un effetto importante sul metabolismo degli zuccheri dipendente dal contenuto in zuccheri e in grassi della colazione: in altre parole, i soggetti che dormivano più a lungo presentavano glicemie migliori dopo aver assunto una colazione ricca di carboidrati e grassi. Anche chi dormiva più a lungo rispetto alle sue stesse abitudini aveva lo stesso effetto. I ricercatori hanno evidenziato come il maggior beneficio derivasse non dallo svegliarsi più tardi al mattino, bensì dall’andare a letto prima.

Ricordiamo che questi risultati sono stati condotti su individui in buona salute, in cui normalmente le variazioni della glicemia sono molto meno pronunciate rispetto alle persone con diabete: è lecito ipotizzare, ma saranno necessari altri studi per confermarlo, che nelle persone con diabete sia molto più marcato il rialzo della glicemia dipendente da una bassa qualità e durata del sonno.

In conclusione, gli autori dello studio sottolineano il ruolo della qualità del sonno come obiettivo terapeutico di natura non farmacologica di centrale importanza per il controllo della salute metabolica. E chi è a rischio di diabete dovrebbe evitare le ore piccole!


Impact of insufficient sleep on dysregulated blood glucose control under standardised meal conditions
Diabetologia pub online 30 November 2021