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Lo sport? Fa bene ma non basta

La rivista Time ha sbattuto in prima pagina un sorprendente imputato. Uno dei numeri estivi del settimanale americano accusava lo sport di sostanziale inutilità. Negli Usa un terzo degli abitanti è sovrappeso, tuonava il giornale, ma in giro si vedono milioni di persone che fanno jogging e andando a contare il numero di iscritti alle […]

La rivista Time ha sbattuto in prima pagina un sorprendente imputato. Uno dei numeri estivi del settimanale americano accusava lo sport di sostanziale inutilità. Negli Usa un terzo degli abitanti è sovrappeso, tuonava il giornale, ma in giro si vedono milioni di persone che fanno jogging e andando a contare il numero di iscritti alle palestre salta fuori che in quindici anni il club degli sportivi è passato da 23 a 45 milioni di persone. Che cosa si muove a fare tutta questa gente?
Il problema, rispondo gli esperti consultati, è che se lo sport continua indubbiamente a far bene, l’attività fisica ha una conseguenza immediata che gli sportivi devono imparare a gestire: l’appetito. Uno studio pubblicato sul Public Library Of Science (Plos One), rivela per esempio che in un campione di 464 donne in sovrappeso l’attività sportiva regolare ai fini del dimagrimento ha lo stesso impatto dell’inattività. Timothy Church, autore di questo studio, ammette sconsolato che «spesso si fa un’ora di corsa e poi una pausa in pasticceria.» In apparenza il piccolo premio sembra non aver peso. E invece a conti fatti fa riguadagnare il doppio delle calorie perse. I ricercatori della Columbia University hanno calcolato che, a riposo, un chilo di massa muscolare consuma tre calorie al giorno e un chilo di grasso corporeo ne consuma solo una. In altre parole, avvertono gli scienziati, quando ci si allena duramente per convertire in muscolo cinque chili di grasso in eccesso, è impossibile ottenere risultati tangibili senza limitarsi con le calorie extra. Se l’obiettivo è perdere cinque chili, non si devono superare le 40, 45 calorie aggiuntive. L’equivalente di un cucchiaino di burro. L’inerzia del grasso è maggiore e non solo costringe a faticare di più. Bisogna anche rimanere a stecchetto.