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Technogym leader di mercato e tecnologia nel settore delle attrezzature per l’esercizio fisico collabora attivamente alle ricerche per una prescrizione personalizzata e una aderenza strutturata dell’esercizio fisico come strategia di prevenzione e gestione delle condizioni metaboliche.

Grazie ai suoi 2400 dipendenti che operano in tutto il mondo, produce e fornisce attrezzature per l’esercizio fisico, realizza palestre e centri fitness chiavi in mano per aziende, comunità (alberghi, condomini) e per privati. È partner di numerose Federazioni sportive in tutto il mondo e ha realizzato i centri di allenamento delle ultime quattro Olimpiadi.
Una delle tre divisioni di Technogym si chiama Health Corporate & Public e fornisce centri fitness e palestre ad aziende e a ospedali, amministrazioni sanitarie e istituzioni pubbliche. E’ la più piccola ma ha grandi prospettive.
«Tutti gli studi concordano sul fatto che l’esercizio fisico previene e consente di gestire al meglio praticamente tutte le malattie metaboliche, e peraltro non solo quelle…», afferma Silvano Zanuso, responsabile scientifico di Technogym. Il seguito della frase lo si conosce: nonostante questo si fa poco, quasi nulla per andare oltre la buona volontà, l’invito generico a ‘muoversi un po’ di più’.
Se l’esercizio fisico è una terapia, efficace come le altre terapie se non di più, bisogna andare oltre l’appello alla buona volontà. Nessun medico direbbe al paziente “prenda qualche pillola, se capita”.
Silvano Zanuso, che dopo la laurea all’Isef, ha conseguito nel Regno Unito un master e un Phd in Clinical Exercise Sciences e che tuttora insegna all’università di Greenwich, ha le idee chiare: «I punti chiave di una terapia dell’esercizio fisico in campo metabolico sono due: la prescrizione e la aderenza. Da una parte i medici devono sapere prescrivere l’esercizio fisico così come prescrivono gli altri aspetti della terapia, dall’altra i pazienti devono seguire questa prescrizione nel modo migliore, devono quindi ricevere una educazione adeguata e trovare dei contesti nei quali sono seguiti da personale formato. Noi lavoriamo con diverse categorie di medici e devo dire che i Diabetologi sono quelli più sensibili al problema».
Il fatto è che gli alfieri di quello che potremmo definire ‘esercizio fisico come terapia’ si muovono contro due forze potenti. Da una parte l’idea che lo sport sia il privilegio delle persone sane e non una abitudine attraverso la quale tutti, a ogni età e condizione, possiamo stare meglio: mantenere la salute o ridurre l’impatto di una malattia.
Dall’altra la miopia dei decisori di spesa. «Dialoghiamo continuamente con politici e ci si siede a parlare di soluzioni concrete gli amministratori rispondono: “Al momento non abbiamo i soldi”. I benefici dell’esercizio fisico, purtroppo, si misurano su un arco di tempo più lungo della visibilità e della responsabilità dell’amministratore. Technogym comunque non si arrende: ha collaborato a diversi studi e ha pubblicato lavori propri, come la guida alla prescrizione dell’esercizio fisico insieme all’American College of Medicine, anche in Italia supporta iniziative e sperimentazioni sull’argomento.
«Nel 2004 l’endocrinologo romano Stefano Balducci ha avuto l’idea lungimirante e la perseveranza di organizzare una serie di corsi ECM strutturati rivolto da una parte ai medici dall’altra agli operatori di fitness metabolica. Una ‘prima’ che ha avuto molto successo», dice Zanuso. Questa esperienza si è poi concretizzata nello studio multicentrico IDES diretto dallo stesso Balducci con il contributo del prof. Giuseppe Pugliese e condotto in 20 centri di diabetologia, ciascuno dei quali ‘gemellato’ con un operatore di fitness metabolica operante in un centro privato. Lo studio ha sortito gli effetti metabolici attesi ma dopo la chiusura solo in alcuni casi si è mantenuto il rapporto tra medico e operatore. Ancora Stefano Balducci all’Ospedale Sant’Andrea di Roma sta conducendo cicli di 8 sedute di induzione all’attività fisica, veri corsi di alfabetizzazione motoria, mentre il Professor Pier Paolo De Feo con la struttura CURIAMO, a Perugia, propone dei corsi di pochi giorni nei quali la persona con diabete riceve un ‘pacchetto’ di informazioni sul diabete, sulla alimentazione e sulla attività fisica anche con un supporto psicologico e motivazionale. «L’obiettivo di queste esperienze e indurre alla attività fisica attraverso tre momenti: una prescrizione personalizzata, una informazione sulle attività che la persona poi potrà e dovrà andare a svolgere autonomamente, un supporto motivazionale».
Il modello della ‘induzione’ che potremmo riassumere “io medico trasferisco delle informazioni delle indicazioni che poi il paziente metterà in pratica autonomamente” ricalca in qualche modo l’educazione alimentare.
Il secondo modello più strutturato vede il medico inquadrare il paziente e le sue complicanze e tracciare le linee guida della sua terapia. «Il medico non deve scendere nello specifico; sarà l’operatore specializzato in palestra a trasferire le indicazioni in un piano di allenamento e di esercizio personalizzato», nota Zanuso. Questa strada, già nota nella medicina riabilitativa è assolutamente pioneristica nel campo metabolico «Ci sono esperienze: per esempio recentemente a Biella l’Ospedale ha deciso di creare un centro attrezzato per i pazienti metabolici. A Treviso il primario di cardiologia Patrizio Sarto ha formato gli operatori di alcuni centri privati nell’operazione ‘Palestre sicure’, ma in Italia sono ancora l’estrema eccezione», commenta Zanuso. Tra gli ostacoli, vi è la difficoltà di identificare il personale che potrebbe gestire questi centri. Quella dell’operatore di fitness metabolico è una formazione solo parzialmente riconosciuta, non esiste un albo e quanto alla Laurea in Scienze Motorie, pur avendo nel biennio master un indirizzo in “esercizio fisico preventivo adattativo”, «non prevede la trasmissione delle conoscenze necessarie per mettere in atto una terapia per un paziente metabolico», nota il responsabile scientifico di Technogym.
Qualcosa comunque si muove: «Vedo interesse nel settore privato», afferma Zanuso. Molte palestre risentono della crisi dei consumi, e si stanno riconvertendo in centri di fitness dedicati a persone con problemi metabolici assumendo personale specializzato e cercando un rapporto con pazienti e prescrittori.
Soprattutto si muove a grandi passi la tecnologia, settore nel quale Technogym è assolutamente leader. «Né la frequenza a una palestra né un certo grado di esercizio fisico nella propria normale giornata da sole sono sufficienti. L’ideale è combinare le due cose. Ma come è possibile definire e quantificare obiettivi che comprendano due attività così diverse?. La tecnologia ci aiuta. Zanuso porta con se un piccolo oggetto composto da un accelerometro, una memoria e una porta USB. Il sistema misura la quantità di esercizio fisico che lui svolge nella giornata. Camminare per andare al lavoro, fare le scale, perfino gli esercizi di Tai-Chi. Quando Zanuso va in palestra inserisce lo strumento nella ‘macchina’ che utilizza. I dati della attività fisica ‘accumulata’ nella giornata e quella ‘intensa’ svolta con l’attrezzo vengono sommati e inviati a un server esterno dal quale in ogni momento è possibile scaricare un ‘diario completo’ della propria attività fisica e del dispendio energetico. «La automisurazione precisa di questo e di altri parametri è sicuramente il futuro, ed è una evoluzione guidata dalla persone, non dai medici. E’ il desiderio di molti, non la prescrizione fatta a pochi e su questa base potremo sia consigliare terapie personalizzate sia svolgere studi di popolazione portata e precisione oggi inimmaginabile», afferma con entusiasmo Zanuso.
Tra le curiosità della tecnologia, Zanuso mostra l’evoluzione delle cyclette che oggi non solo hanno un monitor attraverso il quale si può vedere la televisione o navigare su internet e sui social media. Queste biciclette recuperano l’energia prodotta e la mettono in rete permettendo alla palestra o alla abitazione di ridurre i consumi per l’illuminazione o la climatizzazione dell’ambiente», conclude Silvano Zanuso.