Quanto nutre e quanto inquina?
L’impronta ecologica (carbon footprint) di un alimento è la somma di tutte le emissioni di gas capaci di creare l’effetto serra prodotte dal suo ciclo di produzione totale: l’energia richiesta per la sua coltivazione, raccolta, lavorazione, trasporto e vendita.
Come fa ben vedere la mostra organizzata dalla AUSL di Bologna, alimenti diversi, e addirittura varietà diverse dello stesso alimento, possono avere una impronta molto differente.
Un interessante studio ha messo in relazione la densità di sostanze nutrienti degli alimenti e la loro impronta ecologica. La ragione è semplice: siccome le persone devono nutrirsi, quali sono gli alimenti che permettono di raggiungere questo obiettivo con il minor impatto sull’ambiente e viceversa? Confrontando l’impronta ecologica calcolata da una catena di supermercati francesi e il loro valore nutrizionale per 483 alimenti suddivisi in 34 gruppi, i ricercatori hanno ottenuto un indicatore: le calorie ottenibili per ogni 100 grammi di CO2 rilasciata nell’atmosfera.
In linea generale bisogna dire che gli alimenti con un maggiore impatto ecologico tendono a essere più nutrienti e viceversa, dopotutto il costo ecologico spesso è associato a quello economico. La carne e il latte richiedono molta energia (e quindi rilasciano molti gas serra) ma hanno anche un alto valore nutritivo. Ma questa relazione non è diretta o assoluta.
Adam Drewnowski, et al. Energy and nutrient density of foods in relation to their carbon footprint. Am J Clin Nutr 2014; 101:184-191