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Differenze di genere nella correlazione tra indicatori di qualità della cura per il diabete e rischio cardiovascolare

A cura di Gabriella Piscitelli per il Gruppo AMD: Donna

2 novembre 2015 (Gruppo ComunicAzione) – E’ dimostrato che nella cura del diabete mellito l’aderenza alle linee-guida riduce il rischio di ospedalizzazione e la mortalità associate a malattia cardiovascolare.

Uno studio italiano, osservazionale e retrospettivo, pubblicato recentemente dalla Dott.ssaChiara Seghieri e coll. sulla rivista The European Journal of Public Health,ha indagato se l’aderenza a un processo standardizzato di qualità nella cura del diabete sia in grado di predire ugualmente nel genere maschile (M) e femminile (F) il rischio di prima ospedalizzazione (H) o la mortalità (S) dopo infarto miocardico acuto (AMI), ictus cerebrale (IS), insufficienza cardiaca congestizia (CHF), amputazione degli arti inferiori (LEA) o qualsiasi di questi eventi cardiovascolari maggiori (MACE).

Utilizzando la banca dati dell’agenzia regionale di sanità, è stato valutato un indice composito di aderenza alle linee-guida (GCI) durante l’anno 2006 in 91826 (46167 M/45659 F) pazienti diabetici residenti in Toscana. Il GCI includeva una valutazione annuale di HbA1c e almeno due valutazioni tra esame oculistico, misurazione del quadro lipidico e microalbuminuria. L’effetto dell’aderenza al GCI sul rischio di ospedalizzazione e mortalità da AMI, IS, CHF, LEA e MACE durante un periodo di 6 anni (2007-12) è stato valutato nei due generi mediante regressione di Cox.

Dopo aggiustamento per le covariate selezionate (età, indice di comorbilità di Charlson, unità di cura locale, GCI, terapia ipoglicemizzante e drug prescription index), l’aderenza al GCI ha dimostrato un impatto significativamente positivo su AMI, CHF e LEA nel genere maschile mentre nel genere femminile l’aderenza al GCI ha ridotto significativamente solo il rischio di ospedalizzazione per CHF e il rischio di mortalità per IS. L’aderenza al GCI ha ridotto significativamente il rischio di ospedalizzazione per MACE di circa 15 e 11% negli uomini e nelle donne, rispettivamente. Viceversa, l’aderenza al GCI non è sembrata avere alcun effetto significativo sul rischio di mortalità dopo ospedalizzazione per MACE nei due generi.

In conclusione, nella coorte di pazienti in studio l’aderenza al GCI si è dimostrata un predittore significativo per riduzione del rischio cardiovascolare durante un periodo di follow-up di 6 anni con alcune evidenti differenze di genere.

I risultati di questo studio contribuiscono a incrementare la consapevolezza degli operatori sanitari e dei responsabili delle politiche sanitarie verso gli aspetti legati alle differenze di genere nella definizione degli indicatori di aderenza alle linee-guida e nell’ approccio clinico alla cura del diabete. Rimane tuttavia da chiarire se le differenze osservate possano essere del tutto spiegate dal dimorfismo sessuale o piuttosto da una carente attenzione verso le differenze di genere nel trattamento del diabete e delle sue complicanze.

 

Eur J Public Health 2015 Sep 5. pii: ckv159. [Epub ahead of print]

PubMed


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