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Livelli sierici di 25-OH vit. D e incidenza di diabete in una popolazione anziana: lo studio PROVA

A cura del Gruppo AMD: Diabete nell’anziano

19 gennaio 2015 (Congresso Medico) – Numerosi studi osservazionali condotti sulla popolazione generale hanno rilevato una significativa associazione tra bassi livelli di 25-OH vit. D e probabilità di sviluppare diabete, verosimilmente perché i metaboliti della vitamina D possono influenzare sia la secrezione insulinica sia l’insulino-sensibilità. Finora non erano tuttavia pubblicati dati sui soggetti anziani, nei quali il deficit di vitamina D è un problema comune.

Il PROVA (Progetto Veneto Anziani) è uno studio osservazionale condotto su 2227 persone di età >65 anni, reclutate negli anni 1995-1997 presso due Unità geriatriche della Regione Veneto; il Dott. N. Veronese (Padova) e coll. ha recentemente pubblicato (1) i risultati riguardanti l’incidenza di diabete in questa popolazione geriatrica in relazione ai valori sierici di vitamina D.

I partecipanti sono stati divisi in 4 gruppi a seconda delle concentrazioni sieriche di 25-OH vit. D (<25, 25-50, 50-75 e >75 nmol/l); i gruppi erano omogenei per la presenza di riconosciuti fattori di rischio per diabete (BMI, circonferenza addome, colesterolemia, funzionalità renale, Hb glicata).

Durante il periodo di follow-up in esame (4,4 anni), 291 individui hanno sviluppato diabete con una incidenza di 2,8% persone /anno. Nessuna differenza significativa nell’incidenza di diabete è stata osservata nei 4 gruppi con diversi livelli di 25-OH vit. D.

In questa popolazione anziana la mancata correlazione tra bassi livelli di vit. D e aumentata incidenza di diabete può essere spiegata da diversi fattori: è possibile che le persone con bassi livelli di 25-OH vit. D muoiano prima di sviluppare diabete (i bassi livelli di vitamina D sono infatti associati ad aumentata incidenza di eventi cardiovascolari e aumentata mortalità) e che l’espressione recettoriale per la vitamina D declini con l’età nei tessuti importanti per l’insulino-sensibilità.

In conclusione, nonostante il deficit di vitamina D negli anziani sia risultato associato ad alcune condizioni patologiche, come il deficit cognitivo, dai risultati di questo lavoro esso non sembrerebbe invece associato all’insorgenza di diabete, a differenza di quanto risulterebbe nella popolazione generale.

 

1) J Clin Endocrinol Metab 2014;99(7):2351-8

PubMed


AMD segnala articoli della letteratura internazionale la cui rilevanza e significato clinico restano aperti alla discussione scientifica e al giudizio critico individuale. Opinioni, riflessioni e commenti da parte degli autori degli articoli proposti non riflettono quindi posizioni ufficiali dell’Associazione Medici Diabetologi.