Utilizzo delle App degli smartphone per la prevenzione del diabete: una revisione sistematica degli studi clinici pubblicati
A cura di Enrico Pergolizzi
18 dicembre 2017 (Highlights dall’IDF – Gruppo AMDcomunicAzione) – Gli smartphone possono ormai essere considerati un nuovo valido aiuto nella promozione delle modifiche dello stile di vita. Peraltro, l’aumentata incidenza del diabete, dovuta ad abitudini di vita non salutari, offre l’opportunità di sfruttare le applicazioni tecnologiche (App) per promuovere e indurre un cambiamento delle proprie abitudini in modo da prevenire il diabete di tipo 2 (DMT2).
In tale prospettiva, al congresso IDF 2017 S. Kulkarni, MD, del Kulkarni Nursing Home, Maharastra, India, e coll. hanno presentato uno studio volto a valutare in modo sistematico se le evidenze degli studi clinici pubblicati sull’utilizzo delle App degli smartphone, in aggiunta ai tradizionali trattamenti, possano portare dei risultati positivi nella prevenzione del DMT2.
Lo studio: metodi e risultati
I ricercatori hanno utilizzato la Cochrane Library e MEDLINE per condurre una revisione sistematica degli studi clinici che valutano l’utilità delle App per la prevenzione del DMT2. Attraverso l’utilizzo dei Booleans operators (NOT diabetes) sono stati esclusi gli studi clinici con pazienti affetti da DMT2 noto ed è stato applicato un filtro utilizzando MeSH specifico solo per gli studi che hanno dimostrato risultati nella prevenzione del DMT2 attraverso l’intervento di App degli smartphone. Le parole chiave utilizzate sono state: risk, prevention, fitness, weight loss, weight change. Il software utilizzato per l’analisi è stato il GraphPad Prism versione 7.0; è stato utilizzato il t-test e il valore è stato considerato statisticamente significativo per p <0,05.
Il risultato finale di quanto suddetto ha portato alla valutazione di 7 sperimentazioni cliniche, 6 delle quali soddisfacevano i criteri di inclusione. Per il disegno dello studio sono stati analizzati diversi parametri, le caratteristiche dei pazienti e gli outcome utilizzando modelli statistici appropriati. Complessivamente, sono stati valutati 637 pazienti dei 6 studi clinici (media 106,2, DS [deviazione standard] ± 87,29, SEM [standard error of mean] ± 35,63 minimo 24, massimo 247, IC 95% da 14,56 a 197,8). La durata cumulativa è stata di 84 settimane, con una durata media di 14 settimane (media 14, DS ± 8,29, SEM ± 3,38 minimo 4 settimane, massimo 24, IC 95% da 5,29 a 22,7). I paesi che hanno contribuito alla sperimentazione sono stati l’Australia (n = 2), gli Stati Uniti (n = 2), l’Irlanda (n = 1) e il Canada (n = 1). Sulla base dell’impact factor delle riviste scientifiche (media 3,193, minimo 0,83, massimo 4,527, DS 1,47 ± SEM 0,66, IC 95% da 1,35 a 5,02), è stato formulato un punteggio di pesatura indicizzato (media 100, minimo 25,99, massimo 141,8, DS 46,26 ± SEM 20,69, IC 95% da 42,56 a 157,4). I disegni dei trial comprendevano setting randomizzati, a gruppi paralleli, crossover, comunità, rurali. Le App personalizzate includevano quelle per la registrazione dei cibi e quelle contapassi.
Gli outcome legati alla prevenzione del DMT2 hanno incluso un significativo calo ponderale, un periodo ridotto di inattività, un aumento da modesto a moderato degli effetti legati al consumo di bevande di frutta e verdura a ridotto contenuto di zucchero e di alimenti poveri di nutrienti e ricchi di energia. Venivano inoltre considerati i miglioramenti della composizione corporea e dei marcatori di rischio cardiovascolare.
Conclusioni e prospettive
Secondo gli autori dello studio, il miglioramento dei risultati in termini di salute legati all’utilizzo della tecnologia nella cura del diabete, attraverso un miglioramento del benessere fisico dovuto a una intensificazione dell’attività fisica strutturata, un ridotto apporto calorico e un tempo ridotto di inattività, deve essere utilizzato come esempio per implementare l’utilizzo delle App degli smartphone nella prevenzione del DMT2. Il nuovo paradigma nella gestione del DMT2 potrebbe essere rappresentato dall’intervento attivo attraverso le App e la possibilità di ottenere indicazioni cliniche in tempo reale attraverso il monitoraggio remoto a distanza.
AMD segnala articoli della letteratura internazionale la cui rilevanza e significato clinico restano aperti alla discussione scientifica e al giudizio critico individuale. Opinioni, riflessioni e commenti da parte degli autori degli articoli proposti non riflettono quindi posizioni ufficiali dell’Associazione Medici Diabetologi.