Dolce dormire… ma non solo ad aprile!
Dormi poco? Dormi troppo? Dormi male? Cerchiamo di capire perché e quali fattori correggere sulla base della nuova dichiarazione scientifica dell’American Heart Association
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Dormi poco? Dormi troppo? Dormi male? Cerchiamo di capire perché e quali fattori correggere sulla base della nuova dichiarazione scientifica dell’American Heart Association
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Uno studio clinico ancora in corso sta valutando l’efficacia della semaglutide (2,4 mg settimanali per via sottocutanea) in pazienti con MASH e fibrosi epatica, mostrando una riduzione di entrambe le condizioni, accompagnata da una significativa perdita di peso corporeo. Se i risultati verranno confermati, il farmaco potrà rappresentare una nuova opzione terapeutica per questa malattia del fegato, spesso associata a obesità e diabete tipo 2.
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Fra le complicanze digestive del diabete c’è la poco conosciuta gastroenteropatia diabetica, i cui sintomi (aspecifici) spesso si sovrappongono a quelli delle variazioni glicemiche e agli effetti collaterali dei farmaci usati per la cura del diabete. Molti aspetti della malattia restano inesplorati, e conoscerla significa anche evitare uno scarso controllo della glicemia e la malnutrizione.
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Negli ultimi anni l’uso dei GLP-1 RA, come la semaglutide, si è affermato come efficace strumento per la cura dell’obesità. E il panorama farmacologico si amplierà nel prossimo futuro. Un recente studio americano ha osservato la tendenza alla riduzione del ricorso alla chirurgia bariatrica a favore, invece, dell’impiego di tali farmaci. Se la tendenza venisse confermata da studi futuri, ciò rappresenterebbe una rivoluzione nella gestione dell’obesità.
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Le donne con diabete hanno un maggior rischio di sviluppare disfunzioni sessuali femminili rispetto alla popolazione generale. Tuttavia, anche in ambito sanitario, il tema della sessualità “al femminile” porta con sé pregiudizi e censure. Uno studio esplorativo su attitudini e pratiche cliniche del personale sanitario inglese rivela come questa tematica sia altamente taciuta ed evidenzia come vi sia molto da fare, culturalmente, per arrivare a indagare la sessualità femminile, in un’ottica che non ha a che fare esclusivamente con la riproduzione.
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Uno studio esamina gli effetti del consumo cronico di mandorle – alimento ricco di sostanze nutritive – sulla glicemia e sull’emoglobina glicata in persone adulte a rischio di sviluppare il diabete. I risultati ci dicono che…
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Un recente studio italiano pubblicato sul Journal of Cardiovascular Development and Disease ha valutato l’effetto del taurisolo, una miscela di polifenoli estratta dalle vinacce dell’uva di Aglianico, in persone con diabete e arteriopatia obliterante periferica, una patologia cardiovascolare caratterizzata dalla formazione di placche che vanno a ostacolare il corretto passaggio di sangue negli arti inferiori rendendo dolorosa la deambulazione.
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Una recente ampia metanalisi ha indagato l’associazione fra uso di carne rossa processata, non processata e di pollami e il rischio di diabete tipo 2. Risultato? Il consumo di carne rossa processata e non processata è stato associato a una maggiore incidenza di malattia, soprattutto nelle aree europee, del Pacifico occidentale, dell’Asia orientale e del Nordamerica; l’associazione con l’uso di pollami, seppure positiva, è risultata meno forte. Sarà necessario prendere in considerazione campagne sanitarie che favoriscano la riduzione dell’uso di carni processate per prevenire il diabete tipo 2.
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L’attività fisica notoriamente aiuta a prevenire, ma, soprattutto, a tenere sotto controllo la glicemia. Fino ad ora non è tuttavia ancora stato definito se vi sia un momento migliore della giornata per praticarla. Molti preferiscono il mattino, prima di andare al lavoro, altri preferiscono il pomeriggio o la sera al ritorno dalle attività quotidiane. Un recente studio ha provato ad analizzare l’impatto della tempistica dell’attività fisica nello stile di vita e sul controllo glicemico giornaliero in adulti sedentari, con sovrappeso/obesità e alterazioni metaboliche.
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Hai il diabete tipo 2 e sei sovrappeso/obeso? C’è una buona notizia. Un recente studio ha messo in luce il potenziale beneficio di un farmaco già noto per il trattamento del diabete tipo 2 e facente parte di una nuova classe di farmaci: i GLP-1 RA.
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Il diabete tipo 2 a esordio giovanile, condizione che in passato riguardava soprattutto gli adulti di mezza età e gli anziani, sti diventando sempre più diffuso nelle popolazioni giovanili, con conseguenze tragiche per le persone e per i sistemi sanitari. Lo dice un report dell’associazione Diabetes UK e ne dà l’allarme anche la prestigiosa rivista The Lancet Diabetes & Endocrinology.
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In gravidanza il consumo di cibi ultraprocessati (alimenti prodotti a livello industriale e modificati chimicamente per essere resi appetibili e pronti all’uso, come ad esempio snack, prodotti surgelati, bevande gassate) sembra essere associato a un aumentato rischio di sviluppare diabete gestazionale e preeclampsia. È pertanto opportuno sviluppare strategie di prevenzione che mirino alla diffusione di conoscenze nutrizionali che consentano alle future mamme di intraprendere processi decisionali attenti alla propria salute e a quella del bambino.
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Nuovi studi dimostrano che l’esposizione al fumo prima della nascita (in utero) o nelle prime fasi della vita può aumentare il rischio di sviluppare il diabete tipo 2. Questo rischio è ancora maggiore nelle persone predisposte geneticamente alla malattia, ma la buona notizia è che può essere nettamente ridimensionato da uno stile di vita salutare.
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I pazienti con diabete mellito hanno un aumentato rischio di alcune complicanze che possono compromettere, tra gli altri aspetti, la qualità di vita. Una tra le più temibili complicazioni è il piede diabetico. Le strategie preventive devono essere messe in campo precocemente, con un lavoro di squadra.
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I singoli alimenti sono importantissimi, ma l’attenzione dei ricercatori si sta concentrando sulle loro combinazioni, così da poter individuare modelli nutrizionali che potrebbero favorire la probabilità di sviluppare il diabete tipo 2 come di altre malattie croniche.
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Sono sempre maggiori i dati che evidenziano un aumentato rischio di frattura nei pazienti con diabete mellito: ponendo attenzione ad alcune semplici abitudini quotidiane è possibile limitare il più possibile questo rischio e prendersi cura delle proprie ossa.
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La menopausa comporta alterazioni metaboliche, aumento variabile del peso corporeo e un nuovo assetto ormonale. Ma la presenza di diabete, in particolare il diabete tipo 1 insorto prima del menarca, può ridurre la durata del periodo riproduttivo delle donne rispetto a quelle non diabetiche.
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Secondo una sottoanalisi dello studio statunitense ARIC, pubblicata sulla rivista Stroke, la carie dentale era associata in modo indipendente al rischio di ictus ischemico e morte, con un effetto più elevato nei partecipanti afroamericani. L’utilizzo regolare delle cure odontoiatriche riduce la possibilità di carie, sottolineandone l’importanza nella prevenzione degli eventi cerebrovascolari.
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Nonostante quanto spesso si creda, la supplementazione di magnesio per via orale non sembra migliorare la sensibilità all’insulina in persone con diabete tipo 2 insulino-trattati. Ovvero: non pare abbassare la glicemia…
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Due recenti studi hanno cercato di rispondere alla domanda che frequentemente si pongono le persone con diabete: “qual è il momento migliore per fare attività fisica?” Entrambi gli studi indicano che l’orario dell’attività fisica può influenzare la salute, con l’attività mattutina vantaggiosa per la gestione del peso corporeo e la prevenzione del diabete. La regolarità dell’attività fisica sembra essere meno influente.
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Per cercare di prevenire il GDM, oltre a peso corporeo, alimentazione e attività fisica, ecco un altro suggerimento: ridurre l’esposizione a una fonte di luce artificiale intensa nelle 3 ore che precedono il sonno.
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Per le persone che vivono con il diabete tipo 2, qual è la migliore colazione? Dolce o salata? Cappuccino e cornetto o meglio prosciutto, pancetta, formaggio, uova?
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I bambini esposti ad avversità quali povertà, malattia o morte di familiari, o figli di famiglie con problematiche, hanno un rischio aumentato di sviluppare il diabete tipo 2. I risultati di uno studio non lascino dubbi al proposito e suggeriscono l’importanza di realizzare provvedimenti specifici per ridurre o addirittura eliminare l’effetto negativo dello stress sulla vita dei bambini.
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Il grasso cosiddetto viscerale, quello che si annida nella cavità addominale, è associato al rischio di sviluppare diabete tipo 2? Ecco i risultati di una ricerca che mira a sollecitare strategie di salute pubblica che mirino a promuovere la perdita di peso soprattutto nelle persone “magre fuori e grasse dentro” così da ridurre il rischio di sviluppare il diabete tipo 2.
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Vivere con un coniuge o convivere con un partner può aiutare gli adulti di mezza età e gli anziani a tenere sotto controllo i livelli di glucosio nel sangue.
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Una dieta in cui si riduce al minimo la quantità di carboidrati (ovvero di zuccheri) sembra essere un’arma formidabile per combattere una patologia la cui stessa definizione diagnostica è un eccesso di zuccheri circolanti nel sangue, ovvero il Diabete. E allora… perché no?
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I fattori di rischio metabolici (tra i quali rientrano anche l’iperglicemia a digiuno e l’eccesso di peso corporeo) sono responsabili di perdita di salute (morte e disabilità) che, purtroppo, è in aumento a livello mondiale. Conviene quindi conoscerli e saper dire: “No, grazie”.
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Un’altra buona notizia quindi per gli estimatori del caffè: se – dopo la gravidanza – lo si beve senza esagerazioni, si conferma essere una bevanda con la potenzialità di proteggere la salute metabolica e di prevenire l’insorgenza di diabete. Anche nelle donne che hanno avuto diabete gestazionale.
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Perché il diabete mellito si chiama così? Dall’etimologia e dalla ricerca, il miele può essere la spiegazione e l’ausilio per le persone con diabete. Però, attenzione a non lasciarsi andare: ricordiamo che il miele è uno zucchero semplice, il cui consumo deve sempre essere controllato.
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La prova definitiva ancora non c’è, però la potenziale associazione diretta fra un alto consumo di dolcificanti e malattia cardiovascolare è stato evidenziato. Gli edulcoranti non sembrano dunque essere una alternativa salutare e sicura allo zucchero, anzi…
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Il digiuno del Ramadan ha un impatto positivo sui parametri metabolici delle persone sane, offrendo una probabile protezione, anche se temporanea, dalle malattie cardiovascolari e dal diabete.
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Qual è l’obiettivo più importante nella cura del diabete? Vengono prima le glicemie o i chilogrammi di troppo? All’82° congresso dell’American Diabetes Association si è riaperto il dibattito. I nuovi farmaci per il trattamento dell’obesità e del diabete potrebbero consentire un armistizio. Ma resta una questione… di un certo “peso”!
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Al di là dei miti e delle leggende metropolitane, camminare fa bene alla salute, migliora il fisico, previene accidenti vari (diabete compreso), ed è una forma di attività fisica facile per tutti. Anche i passi fatti non saranno proprio 10.000 passi…
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Sicuri che l’e-cig sia innocua? O meno pericolosa delle classiche “bionde”? La risposta è: no. Almeno per quanto riguarda la glicemia. Lo dice un ampio studio statunitense condotto su oltre 600.000 persone…
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Una sfida per l’immediato: immaginare un diverso modello di sviluppo urbano che metta in primo piano la promozione della qualità di vita e della salute. Un progetto ambizioso a cui sono chiamati politici, scienziati, urbanisti, ingegneri, architetti, artisti, e, soprattutto, cittadini.
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Spaghettata di mezzanotte? Bomboloni caldi al termine di una lunga serata? Il pasto a metà turno del lavoratore notturno? No: sarebbe bene che chi lavora di notte mangi sempre con la luce del sole. Idem anche per chi di notte si diverte… e mangia.
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Siamo in un ormai lungo periodo di pandemia. Ma la ricerca sul diabete non si ferma, anzi: apre nuovi orizzonti e nuove prospettive di cura…
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Una ricerca internazionale ribadisce la qualità del sonno quale obiettivo terapeutico di natura non farmacologica di centrale importanza per il controllo della salute metabolica. E le persone a rischio di diabete dovrebbero evitare di fare le ore piccole…
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Ecco una cosa importante da ricordare sempre: tenere sotto controllo la pressione sanguigna (e se il caso abbassarla) può aiutare a prevenire lo sviluppo del diabete tipo 2. Ce lo suggerisce un recentissimo studio britannico…
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Per prevenire o ritardare l’insorgenza del diabete tipo 2 nelle donne che hanno avuto il diabete gestazionale la cosa migliore è una dieta con alimenti sani, magari con una restrizione energetica intermittente. E praticare sempre e comunque un’attività fisica regolare.
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Oggi abbiamo la certezza: alimentarsi in modo corretto e non abbondante (meglio se con una dieta mediterranea con poche calorie) e svolgere attività migliora qualitativamente il colesterolo, in particolar modo il cosiddetto “colesterolo buono”, protettivo per le arterie.
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Una favorevole “salute cardiovascolare” durante la mezza età può ridurre il rischio di sviluppare il diabete tipo 2 nell’arco della vita successiva: ecco i risultati di uno studio che auspica conseguentemente provvedimenti a molteplici livelli per implementare la prevenzione del diabete.
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La pigrizia fisica è un nemico della nostra salute che va combattuto con tutte le armi disponibili. Come? Un’attività fisica regolare e intensa è la soluzione ottimale. Però anche trascorrere parte della nostra giornata in posizione eretta può determinare sostanziali benefici in termine di riattivazione del metabolismo e prevenzione del diabete.
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Per le persone – in particolare le donne – che soffrono di obesità o sovrappeso, inserire nella propria dieta un avocado fresco al giorno potrebbe avere benefici considerevoli sul giro vita…
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Negli Stati Uniti una lodevole iniziativa mira a ridurre il 20% di zucchero dagli alimenti confezionati e il 40% dalle bevande prevenendo così 2,48 milioni di eventi di malattie cardiache, 490.000 decessi cardiovascolari e 750.000 casi di diabete. Lo dice uno studio pubblicato su Circulation.
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Rimpiazzare le farine raffinate con frumento integrale, come spesso è consigliato da medici e nutrizionisti, può essere una modifica delle abitudini alimentari capace nel ridurre nel tempo il grasso addominale, gli zuccheri e i grassi nel sangue e l’ipertensione, riducendo dunque il rischio cardiovascolare.
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Dall’analisi di due recenti studi statunitensi non è emersa alcuna correlazione negativa tra consumo di bevande zuccherate o dolcificate artificialmente e tumore della mammella, fatta eccezione per le donne magre consumatrici di bevande zuccherate, nelle quali si è riscontrato un rischio leggermente più elevato, non riscontrato per le donne in sovrappeso o francamente obese.
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Dalla ricerca, ancora un’evidenza: uno stile di vita sano, che includa il consumo di frutta come mele, banane e agrumi, previene l’insorgenza del diabete tipo 2. Non dimentichiamocene mai…
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È oggi dimostrato che le persone che contraggono l’infezione da SARS-CoV-2 sono a rischio di alterazioni glicemiche: si deve dunque intervenire precocemente per correggere eventuali iperglicemie…
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Una conferma in più: sardine sono di diritto tra i cibi nutrienti, salutari e in grado di aiutare la prevenzione del diabete e delle malattie cardiovascolari. Non dimentichiamocene…
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